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di Michele De Gaspari

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Produzione industriale
I nuovi indici Istat
Tendenza della produzione
Utilizzo degli impianti
Fatturato e ordinativi
Centro Studi Confindustria
Gli indicatori destagionalizzati

Industria: la produzione cede a maggio (-1,4%) e frena nei primi cinque mesi del 2008 (-1,1%)
L'attività manifatturiera mostra una nuova fase di indebolimento nel trimestre primaverile, che si preannuncia in netto calo congiunturale, dopo il recupero dei mesi precedenti: -1,4% il dato mensile di maggio (+0,4% in aprile e +0,8% nel primo trimestre), -4,1% la variazione tendenziale annua corretta per i giorni lavorativi, -6,6% quella grezza (un giorno in meno). Il confronto annuale negli ultimi tre mesi è, però, influenzato dal calendario delle festività. Il risultato è, in ogni caso, peggiore delle attese e accentua, pertanto, l'orientamento negativo del recente ciclo congiunturale; il quarto trimestre 2007 ha messo in evidenza, infatti, una sensibile contrazione (-2,2%), dopo +0,6% nel terzo trimestre e -0,4% nel secondo. Il consuntivo Istat di gennaio-maggio 2008, con i risultati dei principali settori manifatturieri. In positivo macchine e apparecchi meccanici, mezzi di trasporto, alimentari; pressoché stabili tessile-abbigliamento, mobili, gomma e materie plastiche. In calo pelli, cuoio e calzature, legno e prodotti in legno, metallurgia, chimica, elettrotecnica ed elettronica, lavorazione dei minerali non metalliferi, raffinerie di petrolio, carta, stampa ed editoria.
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Il comunicato dell'Istat
(maggio 2008)

Le previsioni Isae per giugno-agosto 2008

L'indagine del Centro Studi Confindustria

L'analisi Ref: produzione
e domanda elettrica
Clicca qui per ingrandire l'immagine del grafico


Azienda Italia, rischio crescita zero nel 2008


I risultati provvisori dei primi cinque mesi del 2008 indicano una nuova fase di indebolimento della produzione industriale, che interrompe i timidi cenni di recupero della parte iniziale dell'anno: +0,8% nel primo trimestre, a +0,4% in aprile e a -1,4% a maggio in termini destagionalizzati sul periodo precedente, dopo la forte flessione (-2,2%) registrata nell'ultimo quarto del 2007. Questo andamento, che segue la caduta dei mesi finali dello scorso anno, conferma il quadro di complessiva debolezza dell'economia, che interessa ormai l'intera eurozona. Il 2008 si sta, dunque, configurando come un ulteriore periodo di stagnazione per l'industria italiana (la tendenza complessiva resta debole), su cui pesano il rallentamento della domanda mondiale, i rincari dell'energia e delle materie prime, con il conseguente riaccendersi dell'inflazione, l'apprezzamento dell'euro.

Nel consuntivo del 2007, i dati ufficiali Istat sulla produzione industriale hanno messo in evidenza un generalizzato ristagno dell'attività produttiva (-0,2% corretto per i giorni lavorativi, a fronte di +2,4% nel 2006) che, al di là del contenuto rimbalzo estivo, indica un netto ripiegamento del già favorevole ciclo congiunturale nella parte finale dell'anno, con una eredità statistica negativa trasmessa al 2008. Il quadro in prospettiva resta, dunque, preoccupante e non rappresenta un buon segnale per l'andamento del Pil nei prossimi trimestri, considerando lo scenario di rallentamento dell'economia mondiale, quale risulta dalle analisi dei maggiori centri di previsione, nel contesto di forti turbolenze dei mercati finanziari internazionali. Si veda, per esempio, l'indicatore sintetico della crescita nell'area dell'euro, elaborato a cadenza mensile da Banca d'Italia-Cepr; esso mostra, infatti, un chiaro profilo cedente a partire dall'autunno, con una stabilizzazione sul minimo ciclico tra febbraio e aprile e un leggero recupero a maggio-giugno. A ciò si aggiungono i forti rialzi del petrolio e delle materie prime, la debolezza del dollaro e la conseguente minore competitività. Di qui i crescenti rischi di una prolungata stagnazione produttiva.

La dinamica dell'attività manifatturiera è prevista in sostanziale ristagno nei prossimi mesi, in linea con l'indebolimento della ripresa in Europa, la frenata dell'economia americana e l'effetto restrittivo delle tensioni sul mercato monetario (rialzo dei tassi d'interesse e selezione del credito), uniti all'apprezzamento dell'euro. L'indice destagionalizzato si è riportato negli ultimi mesi intorno a quota 97-98 (base 2000=100), dopo aver toccato rispettivamente il picco del recente ciclo congiunturale (a quota 100,1) nel quarto trimestre 2006 e quello più basso (a quota 95) nel primo trimestre 2005; per trovare un valore inferiore occorre risalire al 1998.

Nell’ambito dei principali settori industriali, le variazioni positive, secondo i dati calcolati sulla media dei primi cinque mesi del 2008, hanno riguardato le macchine e apparecchi meccanici, i mezzi di trasporto, gli alimentari; sono pressoché stabili il tessile-abbigliamento, i mobili, la gomma e materie plastiche. Bilancio in negativo per le pelli, cuoio e calzature, legno e i prodotti in legno, metallurgia, chimica, raffinerie di petrolio, lavorazione dei minerali non metalliferi, elettrotecnica ed elettronica, carta, stampa ed editoria.

Dal lato della domanda, le principali indicazioni vengono dall'andamento degli ordinativi affluiti alle imprese, generalmente caratterizzati da ampie fluttuazioni cicliche sia nei valori grezzi che destagionalizzati. Essi sono, in particolare, un buon barometro che anticipa la dinamica della produzione industriale nel breve-medio periodo. La loro evoluzione è stata, infatti, piuttosto altalenante nel corso degli ultimi anni; segnali di recupero si sono registrati a partire dai mesi centrali del 2005, prendendo un po' di vigore nei trimestri successivi, mentre la svolta ciclica favorevole si è consolidata nella prima metà del 2006. Il terzo trimestre 2007 ha incominciato, però, a mettere in evidenza un nuovo cedimento, a conferma che l'attività manifatturiera sta segnando il passo.

10 luglio 2008

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