Deficit pubblico in calo al 4,7% del Pil nel 1° trimestre del 2008
Il rapporto deficit/Pil è stato pari al 4,7% nel primo trimestre del 2008, con un saldo primario positivo dello 0,3%, a fronte del 5,6% e del -0,9% rispettivamente per il deficit e l'avanzo primario nello stesso periodo del 2007. Il miglioramento è dovuto, in particolare, alla maggiore crescita delle entrate fiscali e contributive rispetto alle uscite. Le spese correnti al netto degli interessi sono, infatti, aumentate del 3,4% contro il +5,9% delle imposte e contributi sociali; tornano a crescere sensibilmente, però, gli interessi sul debito (+6,9%). L'andamento nei primi tre mesi dell'anno è in linea con i nuovi obiettivi di finanza pubblica indicati nel Dpef 2009-2013, presentato a fine giugno dal ministro dell'Economia. Nell'interpretazione dei dati va, inoltre, tenuto conto che si tratta di cifre grezze - come precisa l'Istat - non depurate delle componenti stagionali ed erratiche, con forte variabilità in corso d'anno, legata anche ai singoli provvedimenti di politica economica e alle diverse manovre di bilancio. I conti di cassa dei primi sei mesi del 2008 si sono chiusi con un dato molto buono sul fabbisogno del settore statale, un risultato che peraltro si andava delineando da alcuni mesi nelle cifre parziali. Grazie al tradizionale avanzo di giugno (pari a 15,8 miliardi), il fabbisogno del semestre appena concluso si è, dunque, fermato a 23,5 miliardi (26,4 miliardi nello stesso periodo del 2007), coerente con la stima di 46 miliardi indicata nel Dpef, significativamente superiore ai 29,6 miliardi di consuntivo dello scorso anno. Con il buon risultato dei conti di cassa (e la ricostituzione dell'avanzo primario), il debito pubblico è, inoltre, tornato a diminuire in rapporto al Pil, ripiegando al 104,0% a fine 2007, dopo la risalita nei due anni precedenti (nel 2006 aveva toccato il 106,5% e nel 2005 era al 105,8%). Il valore record nel rapporto debito/Pil è stato raggiunto nel 1994 con il 121,5%; nei successivi dieci anni (1995-2004) esso ha registrato una serie di flessioni ininterrotte, sia pure a ritmi alterni, fino al punto di minimo del 103,7% del Pil nel 2004. Nei valori assoluti il debito è aumentato a 1.597 miliardi, dai 1.576 miliardi di un anno prima, alimentato dal fabbisogno di cassa delle amministrazioni pubbliche (centrali e locali), pari a 30,5 miliardi e al 2,0% del Pil (a fronte del 3,7% nel 2006). Nel 2007 il rapporto deficit/Pil è andato meglio del previsto, scendendo all'1,9% dal 3,4% di un anno prima, a sua volta rivisto al ribasso (dal 4,4%) per i minori rimborsi delle detrazioni Iva sulle auto aziendali. Senza gli oneri straordinari, il consuntivo 2006 sarebbe stato pari al 2,4% del Pil, anch'esso ben al di sotto dell'obiettivo programmatico. L'avanzo primario, in particolare, è nettamente migliorato, risalendo al 3,1% del Pil dal precedente 1,3%, mentre nel 2005 si era in pratica azzerato. Il brillante risultato dello scorso anno è stato, tuttavia, raggiunto grazie al sensibile aumento delle entrate tributarie e dei contributi sociali (+6,6%); la pressione fiscale è salita, infatti, al 43,3% del Pil (record dal 1997), mentre il controllo delle spese correnti non ne ha impedito l'ulteriore lievitazione (+3,6% al netto degli interessi e +4,5% in totale, perché gli oneri sul debito sono tornati a crescere notevolmente con un +12,4%). Il ristagno del Pil previsto nel 2008 e l'impatto espansivo dell'ultima Finanziaria porteranno prevedibilmente a un indebitamento netto (il deficit di competenza, secondo la definizione del Patto di stabilità europeo) di nuovo in salita nel corso di quest'anno, verso il 2,5% del Pil, rendendo più accidentato il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2011-2012.
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