Potrebbe sfumare il progetto della grande fabbrica fotovoltaica che l'Enel, il colosso giapponese Sharp e la StMicroeletronics vorrebbero costruire ai piedi dell'Etna, alle porte di Catania. La decisione è in bilico: il finanziamento al contratto di programma sotteso al progetto dev'essere approvato dal Cipe (il Comitato interministeriale di programmazione economica) e l'esame del governo pare slittare ancora.

Con ogni probabilità la Sharp, l'azienda che in Giappone ha "inventato" (dal punto di vista industriale e commerciale) l'energia fotovoltaica negli anni '50, non ha più voglia di impelagarsi nei tempi pazzi della politica italiana.

In particolare la decisione di abbandonare il nostro paese, secondo fonti vicine all'azienda, sarebbe legata al fatto che l'approvazione degli incentivi per 200 milioni, indispensabili per la realizzazione del progetto, non figura all'ordine del giorno della riunione di oggi del Cipe, pur avendo l'Agenzia delle entrate – ricorda l'agenzia di stampa Radiocor Il Sole 24 Ore – individuato i fondi a copertura già il 21 aprile.

Annunciato il 4 gennaio, con la costituzione di una joint venture tra la Sharp, l'Enel Green Power e la StMicroelectronics, il progetto si basa su un contratto di programma che prevede la costruzione di stabilimenti per circa 1.800 persone, contando anche un impianto per la produzione di memorie programmato dalla Numonix Micron della Stm per il quale è previsto un altro incentivo di 180 milioni. Avrebbe una capacità produttiva iniziale (prevista per il 2011) di pannelli pari a 160 megawatt di elettricità. La Sharp prima di scegliere l'Italia aveva esaminato offerte simili in Grecia e Spagna, ma era stata convinta dalla qualità del progetto, dei soci e del contratto di programma, con incentivi oltre i 300 milioni – poi ridotti e sforbiciati a 200 milioni – di cui 12 messi a disposizione dalla regione Sicilia.

I soci avevano previsto un investimento complessivo di 320 milioni, da arricchire a 770 milioni per arrivare a una capacità produttiva di pannelli solari per 480 megawatt.

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Dossier Nuove Energie

 

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