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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2010 alle ore 20:19.
L'ultima previsione è la più importante: per il polpo Paul ad alzare verso il cielo la coppa del Mondo domenica sera sarà Carles Puyol, il capitano dela nazionale spagnola. In ogni caso, Paul è fortunato. Perlomeno le sue previsioni sulle partite dei Mondiali le fa da vivo, vegeto e intero. Non andava così bene agli animali che per secoli gli etruschi hanno sezionato e alle tartaurghe arrostite dai cinesi per far luce sull'oscura volontà degli dei. Poveri animali, la cui perlopiù banale esistenza è sempre sotto osservazione o peggio sotto i ferri di uomini a caccia del loro futuro. Uccelli, gatti, topi, serpenti, persino le formiche nasconderebbero nei loro comportamenti il segreto del tempo e poteri per prevedere, questo va detto, soprattutto disgrazie o cattive notizie.
La casistica, che annovera modi di spostarsi, dormire, volare, lavarsi, è frutto di un sapere millenario che mescola superstizione e scienza e fa sì che le interpretazioni di tali attività si trovino sia sul calendario di Frate Indovino che su blasonate riviste accademiche.
La teoria della divinazione animale è sempre stata più o meno questa: più gli animali sono sfuggenti (vedi gatti e uccelli, imprendibili per terra e per aria) più sono misteriosi, e più sono misteriosi più sono vicini all'occulto dove si cela il futuro. Il gatto era addirittura una divinità lui stesso per gli Egizi e la lista dei suoi comportamenti premonitori è lunghissima, a partire dalla celebre zampa passata dietro l'orecchio, segno di certa pioggia come il volo radente delle rondini e quello in circolo del corvo.
Nell'antica Roma c'era addirittura un sacerdote specifico per osservare il volo degli uccelli, l'augure, che tracciava nel cielo con un'asta l'area da esaminare in cerca di buone notizie e ha aperto la strada alla pratica dell'"augurio".
Oggi gli animali non prevedono più le invasioni barbariche, non eleggono più re (come fece il cavallo che secondo Erodoto con il suo nitrito stabilì la succesione di Dario a Cambise) e non hanno più niente da dire sulle battaglie. A parte il tempo e il calcio, l'ambito nel quale sembrano dare la meglio è la previsione dei terremoti. La prima volta fu nel 373 a.C.: il terremoto che rase al suolo Elice, scrivono gli storici, fu preceduto da una gran fuga di ratti e serpenti dalla città.