Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2011 alle ore 09:19.
L'ultima modifica è del 01 marzo 2011 alle ore 09:19.
Il materiale raccolto presso un obiettivo a Mosul, per esempio, poteva consentirci di individuare, fissare e finire un altro obiettivo a Baghdad, o addirittura in Afghanistan. Talvolta, trovare un solo obiettivo iniziale poteva portare a risultati notevoli. In alcuni casi, la rete ha completato questo ciclo tre volte in una sola notte, in località distanti centinaia di chilometri fra loro, e tutto grazie ai risultati della prima operazione.
Con l'intensificazione delle nostre attività in Iraq e Afghanistan, il numero di operazioni condotte giornalmente è decuplicato, e anche il nostro tasso di precisione e di successo è aumentato in misura significativa.
Anche se trasmettevamo il nostro messaggio in modo diverso dal nemico, le due organizzazioni hanno acquisito progressivamente le stesse caratteristiche distintive di una rete efficiente. Le decisioni sono state decentralizzate e propagate a tutta l'organizzazione per vie laterali. Le tradizionali barriere istituzionali sono cadute e le diverse culture si sono mescolate. La rete si è estesa includendo più gruppi, compresi vari attori non convenzionali. La competenza ha assunto più valore di ogni altra cosa, compreso il grado. La rete ha cercato una definizione chiara e dinamica del problema e ha analizzato costantemente la struttura, gli obiettivi e i processi propri e del nemico. Ma soprattutto, ha continuato ad acquisire una capacità sempre maggiore di informarsi.
Dopo la nascita in Iraq, sia la rete in sé che il meritato apprezzamento per quel modello organizzativo si sono estesi gradualmente all'Afghanistan, tanto più che l'attenzione del nostro paese si è spostata verso quel teatro.
Quando ho assunto il comando in Afghanistan, abbiamo iniziato a costruire una solida architettura di comunicazioni e abbiamo lavorato per instaurare rapporti con attori chiave, spostandoci di frequente in giro per il paese per diffondere la comunanza di obiettivi e di conoscenze indispensabile per un moderno esercito con una struttura a rete. Ma è stata solo la prima parte del compito. Così come abbiamo imparato a costruire una rete efficiente, abbiamo imparato anche che guidare quella rete, un insieme disomogeneo di organizzazioni, personalità e culture, è in sé una sfida titanica. Quell'impresa resta un capitolo vitale e non svelato della storia di un conflitto globale ancora in corso.
* Il generale Stanley A. McChrystal è stato a capo delle truppe Nato in Afghanistan
(Traduzione di Francesca Marchei)
© FOREIGN POLICY
Permalink
Ultimi di sezione
-
Italia
Agenzia delle Entrate sotto scacco, rischio «default fiscale»
-
L'ANALISI / EUROPA
L'Unione non deve essere solo un contenitore ma soggetto politico
Montesquieu
-
NO A GREXIT
L’Europa eviti il suicidio collettivo
-
Il ministro dell'Economia
Padoan: lavoreremo alla ripresa del dialogo, conta l’economia reale
-
LO SCENARIO
Subito un prestito ponte
-
gli economisti
Sachs: la mia soluzione per la Grecia