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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2011 alle ore 08:47.

«Confronti l'Italia con la Spagna: nel nostro Paese il bilanciamento tra risparmio e investimenti, a cominciare del settore immobiliare, ha dato all'economia una stabilità che rimane un indiscusso elemento di forza, una base su cui costruire la crescita. In Spagna gli squilibri legati anche alla minor capacità di risparmio stanno invece compromettendo la solidità complessiva». Andrea Beltratti, presidente del consiglio di gestione d'Intesa Sanpaolo e ordinario di Economia finanziaria alla Bocconi, è uno dei massimi studiosi italiani di economia del risparmio. E, da economista, non è affatto convinto delle preoccupazioni di chi vede nella tenuta strutturale della propensione al risparmio - come ad esempio in Italia - un freno alla domanda di consumo e quindi allo sviluppo del Pil.
Professore, in Italia si sta facendo più vivo il dibattito sull'utilizzo della ricchezza accumulata dal sistema Paese. È possibile trattenere i flussi nell'Azienda Italia?
«Anzitutto la diversificazione - anche geografica - è alla base delle tecniche di gestione dei portafogli finanziari. E in un sistema economico aperto, oggi fortemente integrato, è naturale che i flussi d'investimento s'intreccino alla ricerca della combinazioni di rischio-rendimento desiderate. Quello che è importante, da un punto di vista macroeconomico, è che un sistema Paese trovi un equilibrio nel tempo tra investimenti di propri patrimoni all'estero e attrazione di capitali esteri».
Qual è il ruolo del sistema intermediario domestico?
«È sempre molto importante. In Italia il comparto creditizio è tradizionalmente forte e canalizza il risparmio finanziario verso la raccolta bancaria, privilegiandola rispetto ad altri segmenti, come quello previdenziale, ancora non del tutto sviluppati. In ogni caso volumi di risparmio sostenuti sono la base per la crescita e il consolidamento di un'industria intermediaria domestica».
Vuol dire che in Italia il mercato del risparmio gestito resta un buon piedistallo per operatori locali importanti?
«Parlo sempre da economista: il mercato italiano ha dimensioni rilevanti e ha già dimostrato di poter originare intermediari professionali, capaci di creare valore aggiunto. E questo può essere in misura crescente un contributo diretto allo sviluppo del sistema Paese».
A.Q.
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