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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2011 alle ore 08:58.
L'ultima modifica è del 12 aprile 2011 alle ore 08:58.

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Il reintegro dei fondi per la cultura, i 428 milioni del Fus, è una buona notizia. Mentre in tanti promettono battaglia per il Fondo, a Napoli due ragazzi, Adriana Scotto e Antonio Scarpati, hanno avuto un'idea. Da ottobre lavorano per lanciare Fund for culture, sito web che finanzi iniziative culturali. Il meccanismo è semplice: l'utente pubblica un progetto, definisce il budget e chiede alla comunità online di finanziarlo con piccole donazioni.
Se l'operazione vi sembra bizzarra, date un'occhiata a quello che succede all'estero, dove il crowdfunding - la raccolta di fondi attraverso microfinanziamenti su Internet - è una realtà: per Wall Street Journal ed Economist è un'alternativa possibile al venture capital.
Sono decine le piattaforme attive, e quelle di natura «generalista», come RocketHub e Kickstarter, ospitano i progetti più diversi: dalla realizzazione di una telecamera panoramica per iPhone alla messa in scena a teatro di Terminator 2 . La regista Alison Klayman ha chiesto agli utenti di finanziare un documentario sulla vita di Ai Weiwei. Grazie all'eco mediatica dell'arresto dell'artista, considerato un dissidente da Pechino, il progetto ha ottenuto oltre 30mila dollari.

Non esiste settore artistico degno di nota che non abbia la sua piattaforma di crowdfunding: da Indie gogo per il cinema a emphas.is per il fotogiornalismo fino a Sellaband per la musica.
Nato come strumento "dal basso", il "finanziamento della folla" - che sfrutta la velocità della Rete e la condivisione dei social network - sta investendo le istituzioni culturali: al Louvre di Parigi mancavano un milione di euro per acquisire Le tre Grazie di Lucas Cranach. Per raggiungere la somma ha chiesto aiuto online: ora l'opera appartiene alla Francia. In Italia, dove l'imprenditoria creativa stenta, il napoletano Fund for culture - nato all'interno di Kublai, il contenitore online per l'innovazione del Ministero dello Sviluppo Economico - si fa mediatore tra enti e comunità online per il lancio d'iniziative.
Sempre a Napoli, quattro studentesse di Management dei beni culturali dell'Università Federico II hanno fondato TagCampania, mappatura online delle iniziative culturali della Regione che interconnette le associazioni: «Siamo partiti con l'autofinanziamento - dice Giada Divisato -: il prossimo passo è il crowdfunding».

Stefano Consiglio, presidente del corso di laurea in Organizzazione dei beni culturali della Federico II, che ha seguito lo sviluppo di entrambe le iniziative, sta elaborando con gli industriali di Napoli un crowdfunding per il recupero di Pompei.
«A Sud c'è più necessità di ricorrere a forme alternative di finanziamento della cultura - spiega Antonio Cognata, sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo - perché l'enorme spesa corrente impedisce al pubblico d'investire in creatività e i privati non hanno incentivi, innanzitutto fiscali, per farlo». Cognata dice che il successo del Louvre si deve, oltre che alla reputazione del museo, «all'orgoglio artistico dei parigini e alla trasparenza dell'istituzione».

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