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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2011 alle ore 08:58.
L'ultima modifica è del 12 aprile 2011 alle ore 08:58.

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Le stesse caratteristiche si ritrovano in Piemonte. Il progetto di recupero del Teatro Carignano di Torino può essere considerato un embrione di crowdfunding in Italia. Evelina Christillin, presidente della Fondazione Teatro Stabile di Torino e promotrice dell'operazione, dice: «Abbiamo aperto i cantieri il 7 giugno 2007 per restituire il teatro nel gennaio 2009. A lavori in corso ci siamo resi conto che i soldi del Comune non bastavano: mancavano 4 milioni». È partita una sottoscrizione popolare che ha scatenato - sul web e nei salotti - il tam tam per «salvare il teatro».

Se l'assessorato alla Cultura della Puglia ha in agenda per il 2012 l'attivazione di piani di crowdfunding con le Fondazioni, a Milano il direttore generale della Triennale, Andrea Cancellato, vede come un potenziale di «business alternativo» i suoi 500mila visitatori: «Il Louvre ha indicato una strada ma questo sistema non funzionerebbe per situazioni difficili, nel nostro caso la Triennale Bovisa. Bisogna avere un obiettivo capace di motivare la comunità».
Alberto Cottica, esperto di politiche pubbliche online e autore di Wikicrazia, conferma: «I donatori vogliono sentirsi parte di un successo». Cottica spiega che il sistema italiano della cultura, a forte partecipazione pubblica, «può essere un disincentivo per il crowdfunding, che resta un investimento ad altissimo rischio». Le analisi condotte rivelano che il 60% dei progetti lanciati non vanno in porto. Tuttavia i siti autorevoli prevedono che se il progetto non raggiunge la cifra richiesta, i soldi vengano riconsegnati al mittente. «Il meccanismo è opposto a quello della raccolta fondi che mira a ottenere tanto da pochi finanziatori. Qui, il principio è ottenere una piccola quota da molti», sottolinea l'economista.

Francesco D'Amato, docente al master in Industria musicale della Sapienza di Roma, spiega che gli incentivi per i finanziatori di un progetto culturale sono «il prestigio del proponente, la partecipazione diretta al processo creativo e la modalità rapida di accesso». Il mezzo è il messaggio. Alberto Falossi (si veda il box) è convinto che il sistema sarà la prossima rivoluzione dopo quella dei social network (come affermano Kevin Lawton e Dan Marom autori del libro The crowdfunding revolution) quando i meccanismi di donazione saranno semplificati con la comunicazione mobile: «Con la stessa facilità con cui oggi si fa un iLike su Facebook, domani si potranno donare soldi a progetti che incontriamo navigando sul web». Un primo passo è stato compiuto dal fondatore di Pirate Bay, Peter Sunde, creatore del sistema di micropagamenti online Flattr che ha monetarizzato il thumbs up, il pollice all'insù diventato famoso con Digg.

Le premesse per l'esplosione in Italia ci sono: in base a uno studio dell'osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano, le vendite online in Italia sono aumentate del 14%, superando la soglia dell'1% sul totale vendite retail. Per il 2014, secondo Iab Italia, il mercato della comunicazione digitale interattiva sarà di 3,2 miliardi.
In crescita è anche il business delle donazioni: per il Centro studi e ricerche di Civita e Unicab Italia, un italiano su tre si dice disponibile a donare dai 21 ai 71 euro per «un'istituzione museale che considera rappresentativa della cultura nazionale o del contesto locale».
Compito degli imprenditori è intrecciare le potenzialità di mercato. Quale contenitore migliore di internet per farlo?

serena.danna@ilsole24ore.com
twitter@24people

LA PAROLA CHIAVE

Crowdfunding
Il crowdfunding è la collaborazione fra persone che usano il denaro messo in comune per sostenere enti e persone. Il termine trae origine dal crowdsourcing, processo di sviluppo collettivo di un prodotto, di solito un software. Il crowdfunding si può riferire a processi quali soccorso per tragedie umanitarie, sostegno all'arte, imprenditoria innovativa e ricerca scientifica. Il web è di solito la piattaforma che permette l'incontro e la collaborazione dei soggetti coinvolti in un'iniziativa di crowdfunding. Alberto Falossi, professore presso l'Università di Pisa, ha steso per primo i principi fondamentali del crowdfunding che sono raccolti nel Kapipalist Manifesto.

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