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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2011 alle ore 08:13.
L'ultima modifica è del 21 maggio 2011 alle ore 13:01.

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L'articolo di Perotti, Moratti e Pisapia, il libero mercato



Pur non essendo un liberista (ma, nei concorsi universitari, ho sempre "promosso" i liberisti, se meritevoli), ma un solidarista (in effetti, un sostenitore dell'economia sociale di mercato), ho molto apprezzato l'articolo di Roberto Perotti pubblicato sul Sole 24 Ore di ieri. Aggiungo che se, oltre alla "libertà d'iniziativa", si prova a ritenere parimenti importante l'"uguaglianza nei punti di partenza", potremmo probabilmente pervenire a una convergenza di posizioni.
Ferruccio Marzano
Università di Roma La Sapienza
Napoli aspetta un articolo
Bellissimo articolo, spero che Perotti ne dedichi uno anche a Napoli.
Assunta Pinto
Ci sentiamo meno abbandonati
Leggendo l'articolo di Roberto Perotti non so se essere ottimista o pessimista. Sto rileggendo Keynes «Sono un liberale?». Libro di assoluta attualità. Grazie a Perotti: le sue parole faranno sentire un po' meno soli i pochi liberali che sono rimasti.
Lettera firmata
Si presenti: la voterei
Grazie davvero. Un intervento impeccabile, pacato ma fortemente risoluto: impossibile non essere d'accordo. Speriamo serva.
P.S.: se Perotti si presentasse alle politiche, lo voterei volentieri. È che è troppo giovane, non ha chance. Per emergere dovrebbe avere la pazienza di aspettare almeno altri vent'anni...
Giuseppe Martini
Ha dato voce a tanti
Ho letto l'articolo di Perotti. Bravo, ha dato voce a quello che pensiamo in tantissimi e siamo frustrati sia come cittadini che come consumatori e, ahimè, soprattutto come imprenditori. Chissà se succederà mai qualche cosa sul fronte liberista (vero). Mah.
Daniele Ferrero
Presidente Venchi spa
Ma c'è chi vorrebbe mollare
Vorrei ringraziare Roberto Perotti per il suo bellissimo articolo. Grazie per aver scosso la sensibilità di chi come me si sente liberista ma a volte vorrebbe mollare. Buon lavoro.
Ippolito Alfieri
Un po' di coraggio
Ho ascoltato con ammirazione e sollievo dalla rassegna stampa di Radio Radicale la lettura dell'intervento di Roberto Perotti. Scrivo per rassicurare il professore che lui, noi, non siamo soli. Lo spirito liberale, liberista, libertario che le sue parole invocano è certamente minoritario in Italia, frantumato in una diaspora che non sembra mai ritrovare sufficiente convinzione e coscienza di sé per poter tornare nuovamente ad aggregarsi, ma è solo grazie a personalità di spicco del mondo accademico e intellettuale come lui che la brace può tornare ad accendersi sotto la cenere. Coraggio, e grazie!
Nicola Scardi
Avanti con il cambiamento
Devo ringraziare Roberto Perotti per l'interessante articolo, che condivido pienamente. Spero che possa sollecitare riflessioni profonde e cambiamento. Complimenti!
Domenico Blaiotta
I politici dove sono?
Un pezzo meravigliosamente efficace. Ma anche terribilmente amaro perché un politico che riesca a guadagnare consenso mettendo davvero in pratica le idee di Perotti non c'è. Di questi tempi la gente vuole essere garantita, non liberata. Complimenti.
Francesco Daveri
Università di Parma
Non siamo soli
Con il suo pezzo sul Sole, Roberto Perotti mi ha letto nell'anima. Due solitudini fanno una solitudine più grande o una solitudine più piccola? E comunque grazie.
Giovanna Guercilena
Attenti ai falsi miti
Pur apprezzando la franchezza e la verve polemica con cui Roberto Perotti porta avanti le sue tesi, non posso nascondere alcune perplessità di fondo. Innanzitutto, dove esiste quella società ideale di cui il professore parla? Forse negli Stati Uniti di Reagan? O nella Gran Bretagna della signora Thatcher? Non mi sembrano esempi sublimi: basterebbe vedere lo stato dei trasporti pubblici, della sanità, delle scuole per i comuni cittadini (non per i ricchi, loro qualcosa trovano sempre) in questi Paesi per rendersi conto che non è tutto oro quel che luccica.
Adalberto Vanni
Scorciatoie qualunquiste
Roberto Perotti afferma che Milano non ha bisogno di eventi come l'Expo, visto che alla città servirebbe piuttosto «un importante risanamento dei quartieri esistenti». Porre in contrapposizione le due cose è una scorciatoia qualunquista, utile soltanto a riscuotere qualche applauso. Realizzare un grande evento come Expo non è in contraddizione con una doverosa opera di riqualificazione delle periferie. Milano ha bisogno di entrambe le cose. E non le serve certo questo genere di demagogia a basso costo.

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