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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2011 alle ore 07:57.
L'ultima modifica è del 22 giugno 2011 alle ore 08:52.

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Quattro strade per lasciare KabulQuattro strade per lasciare Kabul

Il ruolo americano in Afghanistan si avvia alla conclusione con una modalità che ricalca lo schema di altre tre guerre non decisive dai tempi della vittoria alleata nel secondo conflitto mondiale: consenso iniziale, crescente disillusione con il trascinarsi della guerra, che si traduce in una ricerca di una strategia di uscita, con enfasi sull'uscita più che sulla strategia.

L'intervento americano in Afghanistan doveva punire i talebani per aver dato asilo ad al-Qaida artefice degli attacchi dell'11 settembre. Dopo una rapida vittoria, le forze statunitensi sono rimaste per creare uno Stato post-talebano. Il processo si è scontrato con la realtà: la nazione afghana trova ragione di esistere nel contrasto alle forze di occupazione. Quando gli eserciti stranieri si ritirano, la politica afghana diventa di nuovo una lotta per il territorio e la popolazione condotta da vari gruppi tribali.

Nel dibattito, l'esito inconcludente è stato attribuito al dirottamento di risorse verso l'Iraq, invece che all'intrinseca improbabilità di questo sforzo. L'amministrazione Obama ha combinato il ritiro dall'Iraq con un consistente incremento di truppe e attrezzature in Afghanistan, un impegno che ho appoggiato nella sostanza. Ora abbiamo raggiunto il limite.

L'obiettivo di creare un governo e una struttura di sicurezza alla quale si possa trasferire la responsabilità della difesa dell'Afghanistan è considerato da molti irraggiungibile entro il 2014, data fissata dalla maggior parte dei Paesi Nato come termine ultimo dello sforzo comune. I sondaggi mostrano che oltre il 70% degli americani ritengono che gli Usa dovrebbero ritirarsi.

La ricerca di un'alternativa ha assunto la forma di trattative sotto l'egida della Germania fra rappresentanti del mullah Omar, capo dei talebani, e funzionari americani. Quasi tutti gli osservatori vedranno questa iniziativa come l'inizio di un inesorabile ritiro. La morte di bin Laden, per quanto irrilevante sotto il profilo operativo nel conflitto, è uno spartiacque. Eppure resta la sfida di come concludere lo sforzo senza gettare le basi di un conflitto più ampio.

Affinché la trattativa si traduca in una strategia di uscita realistica, servono quattro elementi: un cessate il fuoco, il ritiro di tutte o quasi le forze americane e alleate, la creazione di un governo di coalizione o una divisione dei territori fra le parti contendenti (o entrambe le cose) e un rigoroso meccanismo di attuazione degli accordi.

Il rispetto delle intese è cruciale: dopo decenni di guerra civile, difficilmente le parti si sentiranno vincolate da un accordo. I talebani cercheranno di prendere il controllo del governo di coalizione o di violare il cessate il fuoco. Senza un meccanismo di attuazione credibile, qualsiasi negoziato con i talebani, le cui forze restano mentre le nostre se ne vanno, è destinato al collasso.

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