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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2011 alle ore 16:26.

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Fede e ragione devono collaborare. Nella foto Benedetto XVI durante la celebrazione del Corpus Domini (Ansa)Fede e ragione devono collaborare. Nella foto Benedetto XVI durante la celebrazione del Corpus Domini (Ansa)

Il compimento del desiderio umano nel Dio vivente è insieme il suo superamento a un livello che il desiderio stesso non avrebbe mai potuto raggiungere. «La vera umanità dell'uomo è l'umanità di Dio, la grazia, che riempie la natura» (154). Fede e ragione, lungi dall'essere nemiche, sono chiamate all'incontro e alla collaborazione: «È importante - afferma Ratzinger a conclusione del suo dialogo con Habermas - per le due grandi componenti della cultura occidentale farsi coinvolgere in una correlazione polifonica, in cui aprano se stesse alla complementarità essenziale tra loro, cosicché possa crescere un processo di purificazione universale, in cui in ultima istanza i valori e le norme essenziali in qualche modo conosciuti o presagiti da tutti gli uomini possano conseguire nuova forza d'illuminazione, cosicché possa ritornare ad avere forza operante quanto tiene unito il mondo».

La corrispondenza di Habermas a questa proposta mostra come essa - avanzata oggi dalla cattedra universale del Successore di Pietro - possa parlare veramente alla cultura del nostro tempo, in Occidente e non solo. Saranno gli uomini e le donne di pensiero così responsabili da corrispondere nel modo più serio a questo appello, al servizio della qualità della vita e del futuro di tutti? L'augurio è che il servizio sacerdotale di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, per sua definizione rivolto a offrire agli uomini il sacro, trovi in pieno questa corrispondenza feconda.

*Arcivescovo di Chieti-Vasto

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