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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2011 alle ore 08:18.
L'ultima modifica è del 08 luglio 2011 alle ore 06:39.

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La prima edizione del Meridiano Lampedusa apparve nel 1995. La cronologia dell'autore si concludeva il 7 luglio 1959 con: «"Il Gattopardo" vince il Premio Strega». Giuseppe Tomasi di Lampedusa era morto il 23 luglio 1957 ma la vita di un uomo che nessuno avrebbe ricordato si era trasformata con l'uscita del suo romanzo in quella di uno scrittore che tutti ricordano.

L'11 novembre 1958 Il Gattopardo era apparso presso Feltrinelli, quarto numero de «I Contemporanei», la serie curata da Giorgio Bassani. Otto mesi dopo, quando vinse il Premio Strega, la tiratura aveva già raggiunto le 250mila copie.
L'edizione del romanzo era stata curata da Giorgio Bassani. Nella prefazione Bassani racconta il suo incontro con Lampedusa alle terme di San Pellegrino nell'estate del 1954. I Canti barocchi di Lucio Piccolo, primo cugino di Lampedusa, erano stati presentati ai letterati raccolti a San Pellegrino da Eugenio Montale. I cugini Piccolo, Casimiro, Giovanna e Lucio, non avevano quasi mai varcato lo stretto di Messina. Giuseppe Lampedusa sosteneva che Giovanna non lo avesse varcato mai, e raccontava della sola visita che Lucio gli aveva fatto in Inghilterra e del totale spaesamento del cugino, tale da indurlo a rientrare prontamente in Sicilia. In famiglia Lucio, il più giovane dei fratelli, era considerato un bambino invecchiato o un adulto dal comportamento infantile, pertanto la zia di Lampedusa, Teresa, chiese al nipote Giuseppe di accompagnare il figlio poeta a San Pellegrino. Partirono in tre, Giuseppe, Lucio e l'autista dei Piccolo, detto "Stantuffo", nel ruolo di guardia del corpo.

Il trio non aveva mancato di destar stupore. (...) Lampedusa aveva la stessa età di Montale, soffriva di artrosi all'anca e girava con un bastone. Nel ricordarlo quando scrisse l'introduzione al Gattopardo Bassani dice che gli era sembrato un generale a riposo. Di quella adunanza di San Pellegrino è rimasta una fotografia che ritrae Lampedusa seduto accanto ad Enzo Bettiza. Mentre il giovane Bettiza mostra la sfrontata sicurezza di un uomo inserito, Lampedusa ha lo sguardo timido dell'emarginato. È appoggiato ad un bastone ed appare indubbiamente più vecchio dei suoi 58 anni.
Nel presentare il romanzo Giorgio Bassani parla della casualità della scoperta. Lo scrittore era da poco tempo direttore della collana «I Contemporanei» e chiedeva agli amici letterati di indicargli degli inediti interessanti. Elena Croce venne incontro ad una sua richiesta segnalandogli un dattiloscritto di autore siciliano inviatole da un suo conoscente.

Nella prima edizione Bassani riporta anche che Elena Croce aveva avuto soltanto il tempo di sfogliarlo, non ne conosceva l'autore, presumibilmente, avrebbe detto, è l'opera di una vecchia signorina dell'aristocrazia palermitana. Questa frase rimbalzata in Sicilia suscitò l'indignazione della principessa di Lampedusa. Le due signore giunsero sull'orlo di una querela giudiziaria, e soltanto i buoni uffici di Suso Cecchi D'Amico riuscirono a farmi comporre una tregua con la Croce e successivamente a diluire nel lungo periodo i fieri propositi della Principessa.

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