Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2011 alle ore 08:20.
L'ultima modifica è del 11 luglio 2011 alle ore 08:45.

My24

D'altra parte è più probabile che l'odierna strategia porti a un'esplosione e a una ristrutturazione disordinata. Per quale motivo i cittadini greci (per non parlare degli irlandesi e dei portoghesi) dovrebbero accettare anni di austerità e una lenta crescita allo scopo di sostenere i sistemi bancari francesi e tedeschi, senza avere alcun incentivo a farlo? Come abbiamo dimostrato io e il professore di Stanford Jeremy Bulow nel nostro studio sul debito sovrano degli anni 80, raramente i Paesi possono essere spremuti per concedere agli stranieri pagamenti netti (la differenza tra pagamenti e nuovi prestiti) di alcuni punti percentuali per un certo periodo di tempo. L'attuale strategia della Ue e del Fondo monetario internazionale richiede un decennio o due per restituire questi pagamenti. O almeno così sembrerebbe, a meno che i contribuenti tedeschi non si ribellino alle continue richieste di pagamento a favore dell'Europa.
Forse questa volta la situazione è diversa. Forse il fascino di appartenere a una crescente valuta di riserva renderà attuabile la recessione e la costante austerità con modalità non attuate in passato. Ne dubito.

Contro ogni probabilità e logica storica, l'Europa sembra destinata a mantenere la leadership del Fmi. Stranamente, i leader dei mercati emergenti, pur rassegnandosi all'apparentemente inevitabile scelta del vertice, non sembrano aver intenzione di poter scalfire la prerogativa americana di nominare il potentissimo numero due del Fondo. Il Fmi ha già dimostrato una certa generosità nei confronti dei Pig. Una volta stabilito il nuovo team favorevole ai salvataggi, possiamo sicuramente aspettarci una maggiore generosità, a prescindere dal fatto che questi Paesi aderiscano o meno ai loro programmi.
Sfortunatamente un Fmi ultra-morbido è l'ultima cosa di cui ora ha bisogno l'Europa. Siamo arrivati a un punto della crisi costituzionale europea in cui il Fondo monetario dovrebbe aiutare l'Eurozona a prendere quelle decisioni difficili che altrimenti non riuscirebbe a prendere da sola. Il Fondo deve stabilire programmi per il Portogallo, l'Irlanda e la Grecia in grado di ripristinare la competitività e ridurre il debito e in grado di offrire a questi Paesi la speranza realistica di un ritorno alla crescita economica. Il Fmi deve evitare che gli europei consentano alla loro paralisi costituzionale di trasformare il masso debitorio dell'Eurozona in una valanga globale.

In assenza del Fmi, l'unica istituzione in grado di agire è la fiera e indipendente Banca centrale europea. Ma se la Bce assumerà veramente il ruolo di "prestatore di ultima istanza", alla fine diverrà essa stessa insolvente. Non c'è modo di mettere al sicuro il futuro della moneta unica.
È difficile prevedere la fine di una crisi. Forse un collasso totale legato al tasso di cambio dell'euro sarà sufficiente a scatenare un boom dell'export. Forse l'Europa salterà in ogni caso. Ma è difficile prevedere come la moneta unica possa sopravvivere a lungo senza una mossa decisiva che tenda a un'unione fiscale più solida.
© COPYRIGHT: PROJECT SYNDICATE, 2011

Shopping24

Dai nostri archivi