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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2011 alle ore 08:25.
L'ultima modifica è del 11 agosto 2011 alle ore 06:39.

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L'Occidente è stretto nella morsa di una crisi del debito. Sia l'Europa che l'America possono imparare una lezione dalla storia americana perché, avvolto nella nebbia della venerazione patriottica dei fondatori dell'America, si nasconde il fatto che essi crearono un nuovo Paese durante una paralizzante crisi del debito e, in larga misura, proprio a causa di tale crisi. Sarebbe auspicabile che le crisi di oggi potessero trasformarsi in un analogo momento di creatività politica.

Dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1783, gli Stati dell'America si rifiutarono di ripagare i debiti della loro Guerra d'Indipendenza. Alcuni non erano in grado; altri non erano disposti. Nell'insieme, il Paese funzionava come una lasca confederazione che, come la Ue oggi, mancava di un'autorità fiscale e di altro genere. Non poteva risolvere i suoi problemi finanziari, e alla fine quei problemi - principalmente insolvenze ricorrenti - furono i catalizzatori della Convenzione di Filadelfia del 1787, destinata a creare una nuova versione degli Stati Uniti. E all'epoca, nel 1790-1791, Alexander Hamilton, primo segretario del Tesoro, risolse la crisi con uno dei grandi successi della storia in fatto di costruzione di una nazione. Hamilton trasformò il disastro finanziario dell'America degli anni precedenti in prosperità e coerenza politica nel decennio successivo.

Per comprendere la straordinaria impresa di Hamilton dobbiamo capire la portata della crisi del debito dopo la Guerra d'indipendenza. Alcuni Stati mancavano delle risorse per pagare. Altri cercarono di pagare ma non prelevarono le imposte necessarie. Altri, come il Massachusetts, cercarono di prelevare le imposte, ma i cittadini si rifiutarono di pagarle. In molti Stati, gli agricoltori indebitati eliminarono fisicamente gli ingranaggi del sistema di riscossione; l'episodio più famoso è la cosiddetta Shay's Rebellion in Massachusetts.

Anche i meccanismi di pagamento dei debiti privati per via giudiziaria non funzionavano. James Madison, che sarebbe diventato il principale autore della Costituzione americana, non riuscì a ottenere un prestito per acquistare della terra nella selvaggia Virginia, perché gli erogatori non avevano fiducia nella capacità dei tribunali della Virginia d'imporre legalmente il pagamento. George Washington lamentò che l'America non era un "Paese rispettabile." Considerò la Shay's Rebellion così preoccupante che tornò al lavoro dal suo primo pensionamento per presiedere la convenzione del 1787.

Oggi, le caratteristiche più sottolineate della Costituzione Usa sono la ripartizione del potere tra il Congresso e la presidenza, e la garanzia dei diritti individuali attraverso i primi dieci emendamenti. Ma all'epoca, il suo ruolo fondamentale era quello di meccanismo di rimborso del debito statale. La Costituzione avrebbe creato un nuovo Governo nazionale in grado di coniare moneta stabile, contrarre prestiti e ripagare i debiti, tra cui quelli degli Stati insolventi dopo la Guerra d'Indipendenza. Con la ratifica della Costituzione nel 1789, Washington divenne presidente e nominò Hamilton - ancora trentenne - alla direzione del Tesoro. Hamilton non apparteneva agli ambienti della finanza. Fu il Capo di gabinetto di Washington durante la Guerra d'indipendenza ed era un tipo che imparava in fretta: quando si trattò di documentarsi sulle tattiche da applicare sul campo di battaglia, lesse manuali militari, quando fu ora di diventare un leader nazionale con competenze finanziarie, passò ai libri di finanza.

Non è tuttavia un caso che due militari abbiano avuto un ruolo chiave nella trasformazione degli Usa in una "nazione rispettabile", in termini finanziari. Entrambi pensavano che soltanto un Paese fiscalmente forte potesse avere la capacità militare necessaria per difendersi dalle potenze europee, di cui si aspettavano il ritorno sul suolo americano. Ma trovare i dollari per ripagare il debito non fu cosa facile. Non c'erano privilegi da tagliare o fondi statali da destinare diversamente. Hamilton sapeva che le imposte del tipo sbagliato avrebbe indebolito l'economia già fragile. Concentrò la tassazione sulle importazioni e sui generi non di prima necessità, come il whisky. E Hamilton aveva bisogno che il Congresso approvasse l'assunzione dei debiti degli Stati da parte del Governo federale, che inizialmente sembrava improbabile. Alcuni Stati, come la Virginia, avevano già pagato gran parte del loro debito, e altri ritenevano che il loro debito fosse diventato un gioco finanziario per gli speculatori di New York. Di conseguenza, molti Stati temevano che, con l'assunzione federale, le loro tasse sarebbero servite a pagare gli speculatori del Nord o a estinguere gli obblighi dei grandi debitori, per esempio il Massachusetts.

La Virginia e vari altri Stati del Sud che avevano pochi debiti o li avevano già ripagati votarono contro la prima legge di Hamilton sull'assunzione e la respinsero. C'era da aspettarsi che sarebbero stati inflessibili, un risultato che avrebbe potuto benissimo causare la fine del giovane Paese. Jefferson, Madison e i leader del Sud si opposero al piano di Hamilton per l'assunzione del debito, e Madison ebbe un ruolo critico nel bloccarlo al Congresso. Ma poi i tre uomini s'incontrarono a cena e trovarono un accordo. Jefferson e Madison non volevano che la capitale del Paese finisse al Nord, e Hamilton accettò con riluttanza di appoggiare il trasferimento in una zona appositamente ricavata in Virginia o nel Maryland. Gli altri, in cambio, si sarebbero procurati i voti affinché il Governo federale assumesse e ripagasse i debiti degli Stati inadempienti. Da quel brillante compromesso emerse uno Stato fiscale responsabile. Malgrado l'enorme costo - oltre la metà della spesa del Governo nascente fu destinata nei primi anni al servizio del debito - l'economia si scrollò dalla depressione del 1780 ed entrò in una fase di crescita sostenuta. Il compito di Hamilton allo stesso tempo fu più facile e più difficile di quanto sia oggi il nostro. Fu più facile perché c'erano poche alternative: niente aliquote di imposta sul reddito da modificare o privilegi da tagliare. E fu più difficile perché gli Usa erano un'entità sconosciuta e non c'erano molti motivi per avere fiducia nella non-nazione americana.

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