Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2011 alle ore 06:42.
L'ultima modifica è del 26 ottobre 2011 alle ore 09:27.

My24

Con la formula «più società meno Stato» i ciellini hanno aggredito i posti chiave di Asl, società a capitale pubblico, trasporti e agenzie di nomina regionale, denuncia Enrico De Alessandri, ex direttore del Centro regionale emoderivati, in un pamphlet che è stato un caso editoriale e gli è costata la sospensione temporanea dal lavoro. In Finlombarda è stato costituito, nel 2007, un fondo per il pagamento dei fornitori della sanità: una vera e propria attività di tesoreria sottratta agli ospedali e agli istituti di ricerca clinica, per di più senza gara d'appalto.

Queste dinamiche sono ormai una costante nei rapporti tra Regione e società controllate. Che, a loro volta, direttamente o tramite loro partecipate, esternalizzano i servizi a imprese legate alla Compagnia delle opere (Cdo). L'appalto dei ticket restaurant (i buoni pasto per i dipendenti pubblici della Lombardia), un affare da 600 milioni, è stato aggiudicato nel 2011 alla Edenred, una Srl associata alla Cdo. La stessa società ha vinto l'appalto per la gestione dei voucher di conciliazione (buoni spesa per cassintegrati e lavoratori in mobilità) e della cosiddetta dote scuola. A Cremona dicono che la Edenred non disponesse di una struttura adeguata per l'erogazione del servizio.
Spiega Enrico Brambilla, capogruppo del Pd in commissione Bilancio: «I bandi sono pochi e spesso finti. Talvolta vengono aperti e chiusi in una stessa giornata. Si tratta di gare online a sportello, in cui vige il criterio cronologico». Insomma, vince chi clicca prima. La gestione dei bandi è concentrata in Finlombarda e Cestec, fuori dal perimetro dell'amministrazione.

Talvolta i quattrini finiscono nelle tasche di nomi eccellenti. Come quello di Laura Ferrari, moglie del parlamentare leghista Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione Bilancio della Camera. La signora Ferrari ha patteggiato nel 2008 una condanna a 2 mesi e 10 giorni per avere gonfiato il numero degli allievi di un corso di ippoterapia finanziato dal Pirellone con 400mila euro.
Singolare la vicenda di Guido Della Frera. Per anni braccio destro di Formigoni e poi coordinatore della campagna elettorale di Guido Podestà a presidente della Provincia, Della Frera si è dimesso da assessore al Personale e agli Affari generali a metà mandato per dedicarsi al Gdf group, che possiede con la moglie. Svariati i settori di business: sanitario, alberghiero, turistico, immobiliare, ristorazione. Scrive De Alessandri che, cinque mesi dopo la sua uscita dalla Regione, il polo geriatrico riabilitativo di Cinisello Balsamo, parte integrante del suo gruppo, ha ricevuto l'accreditamento di 141 posti letto dal servizio sanitario.

La Gdf group Spa ha chiuso il 2010 con oltre 22 milioni di ricavi e 2,1 milioni di utile netto. Altra coincidenza: Della Frera dal 2006 è proprietario dell'Hotel Villa Torretta di Sesto San Giovanni, rilevato da Giuseppe Pasini, il costruttore – consigliere comunale del Pdl e aspirante sindaco della ex Stalingrado d'Italia – che sostiene di aver versato tangenti destinate al pidiessino Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano. Un vortice di affari dove si mischiano soldi pubblici, interessi privati e carriere politiche.
Legittima a questo punto la domanda: di quale struttura di controlli si è dotata la Regione? E come vigila sul fiume di 16,5 miliardi di spesa sanitaria pari al 72% del suo bilancio annuale? Risponde Alessandro Cè, ex assessore alla Sanità della Lega Nord, costretto alle dimissioni dopo lo scontro con il governatore: «Formigoni sostiene di sottoporre a controlli il 6% delle prestazioni. Ma si tratta di verifiche concordate, con la visita degli ispettori anticipata da una telefonata. Da assessore avevo organizzato una sorta di struttura di controllo clandestina per aggirare quella ufficiale, egemonizzata da dirigenti della Cdo».

Prosegue Cè: «Vi siate mai chiesti perché in Lombardia ci sono più centri di cardiochirurgia che in Francia, molti dei quali privati? Perché la cardiochirurgia, così come altre specialità, è estremamente remunerativa. Sul pubblico, invece, si scaricano le prestazioni meno profittevoli. Succede così che un imprenditore come Giuseppe Rotelli, titolare del gruppo ospedaliero San Donato, diventi il secondo azionista di Rcs con gli utili della sanità privata convenzionata». Non tutti sono d'accordo. Commenta Francesco Longo, responsabile del Cergas, il Centro ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale dell'università Bocconi: «Nel modello formigoniano, gli ospedali pubblici e privati sono i grandi attrattori della domanda. A farne le spese sono le Asl, ovvero i servizi territoriali, svuotati di funzioni e contenuti». Longo è un sostenitore del modello lombardo: «Se l'Oms mette l'Italia al secondo posto nel mondo per i servizi sanitari è grazie a regioni come la nostra».

C'è però un numero che fa discutere e la Regione si guarda bene dal comunicare: i 6 miliardi sborsati dai cittadini lombardi per pagarsi di tasca propria le prestazioni che il pubblico non riesce a garantire in tempi e modi accettabili. Soldi che si aggiungono alla spesa sanitaria regionale. Aggiunge Longo: «Le prime voci di questi 6 miliardi sono oculistica, ginecologia e dietologia, ma non bisogna dimenticare i farmaci e le visite specialistiche private».
Agli antipodi il giudizio di Cè: «Una spesa privata così elevata mal si concilia con un modello efficiente». E le inefficienze convivono con gli sprechi. Come definire altrimenti i costi esorbitanti – circa 1,5 miliardi in dieci anni – per la progettazione e la gestione della carta dei servizi sanitari? Nei piani roboanti di Lombardia informatica, la carta della salute distribuita ai cittadini avrebbe dovuto accelerare il processo di informatizzazione sanitaria sul modello nordeuropeo. Il tesserino multifunzionale, proclamavano in Regione, sarebbe stato utile anche per operazioni bancarie. Ma a molti anni dal suo debutto è diventato il documento di riconoscimento preferito dai lombardi per acquistare le sigarette ai distributori automatici. Alla faccia della salute.

Shopping24

Dai nostri archivi