Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2011 alle ore 08:10.
L'ultima modifica è del 17 ottobre 2011 alle ore 09:20.

My24

Chi varcasse in questi giorni la soglia dell'Agenzia per il Terzo settore, nella centralissima via Rovello a Milano, si troverebbe spaesato in un ambiente surreale, come dietro alle quinte di un teatro. Non certo per la contiguità fisica con la sede storica del Piccolo Teatro, dove Paolo Grassi, Giorgio Strehler e altri protagonisti del secondo dopoguerra italiano rilanciarono la tradizione dell'arte drammatica. La sensazione, piuttosto, nascerebbe dall'atmosfera sospesa, alla Samuel Beckett, dove attori e cose sfumano in una scenografia indefinita.

Ci sono 12 persone (sei dipendenti più altri sei in distacco da diverse amministrazioni dello Stato) che attendono di conoscere il proprio destino. Il direttore ha il contratto in scadenza a gennaio. Il presidente, Stefano Zamagni, e l'intero consiglio (11 membri) sono anche loro a fine corsa: il termine di decadenza è a dicembre. Stanno continuando a lavorare, ma non è dato sapere con quanta soddisfazione, visto che dal giugno 2010, in ottemperanza a una norma della legge 122 di conversione del decreto 78 (articolo 6, comma 2), che aveva tagliato le indennità di funzione per gli organi amministrativi degli enti, si sono autosospesi dal compenso e operano, pertanto, a titolo gratuito.

Non vi è certezza sul budget 2012, anche se, come impongono le regole contabili, nei giorni scorsi è stato sottoposto ad approvazione un preventivo per una cifra vicina ai 700mila euro, 26mila in meno dell'anno corrente, la metà di due anni fa e poco più di un quarto rispetto ai 2,5 milioni di dote assegnati in quelli che vengono ricordati come gli "anni d'oro", il 2005 e il 2006.

Sopravviverà, dunque, l'Agenzia per il Terzo settore alla perdurante inerzia nel restyling del suo futuro? E, più a monte, restano valide le istanze di tutela della galassia non profit, la cui crescita impetuosa e disordinata aveva suggerito l'utilità di un organismo di monitoraggio e controllo, oppure la cura dimagrante imposta alla pubblica amministrazione rende indispensabile il sacrificio di queste esigenze? La manovra estiva pareva aver sciolto radicalmente il dubbio: il decreto legge 138 prevedeva (articolo 1, comma 31) la cancellazione degli enti pubblici non economici con dotazioni inferiori alle 70 unità. Tra i morituri ci sarebbe stata anche l'Agenzia, con buona pace delle reiterate asserzioni sulla necessità di offrire advisory e garanzie al mondo non profit. Senonchè, in sede di conversione, la norma è stata soppressa, per cui, allo stato, l'ente continua a esistere e a operare, pur nel clima di incertezza di cui s'è detto.

«Siamo a due mesi dalla scadenza della consiliatura e non sappiamo nulla di preciso - ammette il presidente Stefano Zamagni, autorità riconosciuta in materia di economia civile e ispiratore, nel 1996, della disciplina fiscale di vantaggio per le Onlus, organizzazioni non lucrative di utilità sociale -. Le ipotesi che si possono fare sono tuttora tre. La prima è quella della chiusura, con il trasferimento delle competenze a un diverso ufficio, per esempio un dipartimento della presidenza del Consiglio. La seconda prevede il rinnovo nella veste attuale, ma con un budget via via più ristretto. La terza, infine, sarebbe la trasformazione in una vera e propria Authority, come più volte si è chiesto negli ultimi anni».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi