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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2012 alle ore 07:53.
L'ultima modifica è del 01 febbraio 2012 alle ore 06:41.

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Da Campobasso al Lussemburgo la distanza è notevole: 1.437 chilometri che, rispettando i limiti di velocità ma senza fermarsi mai si percorrono, secondo il navigatore, in 13 ore e 32 minuti. La Regione Molise – che attraverso 18 partecipate e aziende controllate è il vero polmone economico e finanziario sul territorio – ha azzerato la distanza e ha portato in casa due società anonime lussemburghesi.

La prima volta nello Zuccherificio del Molise, che dal 2007 avrebbe ricevuto finanziamenti dalla Regione per 70 milioni e che ha un capitale sociale di 6,7 milioni e una perdita certificata a fine 2009 (ultimo aggiornamento consultabile nella banca dati Cerved) di 6,4 milioni. Se si eccettua l'irrisoria quota dello 0,01% della Regione Puglia, la Regione Molise detiene il 61,04% del capitale. Il 38,96% è in mano a G&B investment spa che al 29 giugno 2010 (anche in questo caso è l'ultima visura possibile) era detenuto al 100% da Pfp international Sa che lo stesso giorno aveva rivelato l'intero pacchetto azionario per un valore di 5,1 milioni da Gb management Ciprus limited.

La seconda volta che la Regione Molise incrocia il Granducato lussemburghese è nell'Ifim spa, società di leasing finanziario. Il capitale è frazionato. L'1,77% è della società Pap, lo 0,89% di Francesco Perna (che è anche amministratore dello Zuccherificio), il 3,5% di Finmolise spa (la finanziaria regionale) e il 62,34% è di Soim sa Lussemburgo.
Scoprire chi c'è dietro questi schermi fiduciari è impossibile per il comune cittadino. Il governatore Michele Iorio – sulla cui terza rielezione consecutiva il 17 ottobre 2011 pende la decisione che il Tar del Lazio emetterà il 17 maggio – delega a rispondere l'assessore al Bilancio e programmazione, anche lui del Pdl, Gianfranco Vitagliano. «Le società anonime lussemburghesi – spiega – sono come le spa italiane. Non c'è trucco e non c'è inganno.

È stata una scelta fatta circa tre anni fa dal socio privato dello Zuccherificio e chissà quante imprese private molisane avranno soci lussemburghesi. Comunque sto per presentare due piani di dismissioni. Uno per l'agroalimentare e uno per il settore manifatturiero. La Regione non può vendere zucchero e polli, diciamo la verità. Vedremo quanti della sinistra mi seguiranno».
Parla anche l'avvocato Teresio Di Pietro, dal 2010 presidente di Finmolise, socia di Soim sa Lussemburgo. «Non so dire se il ricorso a queste società lussemburghesi sia tipico o atipico – afferma – ma l'unica cosa importante è che non si sconfini nell'illegalità». Ci mancherebbe altro, avvocato. E i rapporti di affari – di cui nessuno sa nulla ma che negli uffici consiliari aleggiano come una leggenda – di Finmolise con il Governo della Mauritania? «Fantasticherie. Ecco l'unica cosa che ho da dire al riguardo». L'assessore Vitagliano dice invece che «probabilmente a fare affari con la Mauritania sarà il socio privato maggioritario».

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