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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2012 alle ore 08:15.

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Una partnership con un colosso del web, tagli ai costi per 250 milioni, il rilancio della pay tv. Giuliano Adreani, amministratore delegato di Mediaset e numero uno di Publitalia, traccia la rotta per lo sviluppo futuro del gruppo, alle prese con un mercato degli spot ancora debole e con investitori industriali restii a invertire il trend.

I ricavi pubblicitari si riducono. È la crisi a imporre un cambio di strategia?
La crisi è certo un motore importante e accelera tutte le decisioni, ma qui non stiamo parlando di un'azienda ferma. Anche se la nostra pubblicità lo scorso anno si è ridotta di circa il 3% siamo riusciti a fare molto meglio dei nostri concorrenti. E questo mentre è in atto una crisi globale durissima, con famiglie incerte sul loro futuro e sulle prospettive reddituali e di consumo. In questo quadro stimiamo di chiudere l'anno con oltre 200 milioni di profitti, non mi pare ci siano altre realtà del settore con risultati comparabili.

Come è iniziato il 2012?
Il mercato è debole, i telefonici hanno tagliato pesantemente, anche se qualche investitore inizia a posizionarsi con maggiore forza su marzo e aprile e vedo segnali di ripresa per la seconda parte dell'anno, con qualche beneficio per tutti grazie all'Olimpiade di Londra e agli Europei di calcio. Quando guardiamo ai risultati dobbiamo pensare però che il mercato è cambiato. Una volta bastava presentarsi dal cliente con il marchio Publitalia, adesso è tutto più complesso. Il cliente vuole supporto, servizio, una strategia di comunicazione chiara. E noi pensiamo di avere il pacchetto più completo ed efficace da offrire: tv generalista, reti digitali free, pay tv e internet.

Iniziamo dal web. Finora è stata una nicchia nella vostra strategia, come pensate di crescere?
Il settore ora inizia a svilupparsi, crediamo sia arrivato il momento giusto per investire in modo massiccio. Da soli potremmo triplicare la raccolta attuale sul web, che nel 2012 arriverà a 30-40 milioni grazie anche a servizi innovativi come i programmi tv disponibili online e la forza del sistema TgCom24, canale all news, sito internet e applicazione per tablet e smartphone. Vogliamo però accelerare ancora e siamo in contatto con grandi operatori internazionali interessati a potenziare in Italia la loro forza tecnologica con una raccolta pubblicitaria adeguata.

Significa Apple o Google?
Non solo: perché escludere Microsoft, Facebook, Twitter o Yahoo? Non abbiamo preclusioni, il dialogo è aperto e se ci saranno le condizioni puntiamo a finalizzare un accordo entro l'anno.

In caso di alleanza a quanto potrebbe arrivare la vostra raccolta sul web?
Fare previsioni è prematuro ma di certo l'ordine di grandezza è di centinaia di milioni. Noi di Mediaset quando ci mettiamo in testa di sviluppare una nuova attività siamo determinati. Come dimostra l'esperienza delle reti digitali dove in pochi anni, partendo da zero, siamo arrivati a raccogliere circa 200 milioni di spot. Questa esperienza mi ha convinto che possiamo realizzare risultati importanti anche rendendo professionale la raccolta sul web.

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