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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2012 alle ore 08:10.

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Belle parole? No, perché per evitare i tagli orizzontali della Legge di stabilità, il MiBac è già intervento sui residui non impegnati delle programmazioni fino al 2006 per cercare 60,4 milioni da versare entro il prossimo luglio. Il risanamento dei conti pubblici italiani passa anche dalla cultura. Così gli investimenti programmati e assegnati nel corso del 2011 sono stati 229,1 milioni in tutto, di cui 29,4 al Lazio, 21,6 alla Toscana e 15,5 alla Campania.

Ma anche la cultura guadagna: le entrate nei musei e poli culturali nel 2011 sono state pari a 153 milioni di euro, di cui 43,5 dai servizi aggiunti e 109,5 lordi dai biglietti d'ingresso. Le regioni che incassano di più sono il Lazio (65,6 milioni), la Toscana (44) e la Campania (30,6 milioni), dove le soprintendenze speciali archeologiche e i poli museali fanno la parte del leone, visto che riscuotono tra biglietti e servizi aggiuntivi l'89% delle entrate che restano sul territorio, grazie alla loro autonomia finanziaria.

Sì, perché un collo di bottiglia nell'attività economica del MiBac è il giro che fanno le entrate dei musei: transitano dal ministero dell'Economia, che poi su richiesta del MiBac ridistribuisce le risorse nell'arco di almeno 3-4 mesi. I soldi dal cassetto cominciano ad affluire al territorio e al patrimonio culturale verso la metà dell'anno, mentre gli incassi da biglietti e da servizi aggiuntivi vengono versati subito al Mef. Una semplificazione della gestione - assegnando autonomia finanziaria e responsabilità diretta a sovrintendenti, direttori dei musei, degli archivi e delle biblioteche non sarebbe forse opportuna per rendere più efficiente il sistema? Si potrebbero forse ipotizzare progetti di autonomia contabile là dove c'è rete culturale e sistema museale.

m.pirrelli@ilsole24ore.com
IL MANIFESTO Il Manifesto
Sul Sole 24 Ore Domenica del 19 febbraio è stato presentato il Manifesto «Per una costituente della cultura».

I cinque punti
Il Manifesto si articola in cinque punti: una costituente per la cultura; strategie di lungo periodo; cooperazione tra i ministeri; l'arte a scuola e la cultura scientifica; valorizzazione del merito, collaborazione pubblico-privato, sgravi ed equità fiscale.

Le adesioni
Migliaia le adesioni, fra le quali anche quelle di artisti, docenti universitari, scrittori illustri: Andrea Carandini, Maurizio Pollini, Daniel Barenboim, Sergio Escobar, Claudio Abbado, Stephane Lissner, Italo Moscati, Salvatore Settis, Remo Bodei, Carlo Fuortes, Giorgio Parisi, Franco Cardini, Bob Wilson, Lluis Pasqual, Antonio Damasio, John Banville, Dacia Maraini, Vincenzo Cerami, Lorenzo Bini Smaghi, Luigi Zoja, Ernesto Ferrero, Toni Servillo.

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