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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2012 alle ore 08:37.
L'ultima modifica è del 20 aprile 2012 alle ore 09:03.

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Sky rompe il silenzio sulle frequenze televisive e sul blocco del beauty contest, il "concorso di bellezza" dal quale si era sfilata in dicembre non senza polemiche. A scendere in campo con questa intervista al Sole 24 Ore è Andrea Zappia, 48 anni, che dallo scorso primo agosto ha sostituito Tom Mockridge alla guida della controllata italiana di Newscorp.

Cosa ne pensa dello stop del beauty contest da parte del Governo?
La direzione presa è coerente con alcuni dei rilievi fatti da noi in passato, partendo dalla necessità di uno stimolo maggiore alla pluralità e alla valorizzazione di un asset come quello delle frequenze. Asset che, sicuramente, ha un valore economico. Credo comunque che quello del Governo Monti sia un passo previsto e dovuto, in linea con molte altre loro scelte di politica economica e con quanto chiesto e ribadito dalla Commissione Europea.

Sarete della partita?
È ancora presto per dirlo. Trovo limitante concentrarsi solo sullo sviluppo del digitale terrestre, è un dibattito vecchio. Perché tra le varie tecnologie non è necessariamente quella più interessante, soprattutto per le televisioni non generaliste e per un'azienda come la nostra, che punta sulla qualità.

Quindi parteciperete all'asta?
Decideremo, come sempre capita quando si è di fronte a una decisione strategica, solo quando saranno noti tutti i dettagli. Riconosco comunque al Governo Monti di aver fatto un importante passo avanti, scegliendo un approccio neutrale, gettando le basi per favorire e accelerare un'evoluzione più aperta e pluralista del mercato televisivo.

Piersilvio Berlusconi sostiene che l'asta sarà al ribasso. È d'accordo?
Dipenderà molto da come l'Agcom definirà nel dettaglio il disciplinare di gara. Ma è sicuramente vero che quando un bene pubblico, scarso e prezioso, viene messo all'asta in modo neutrale, aperto e trasparente, è possibile attrarre un buon numero di acquirenti.

Mediaset rileva, a ragione, che siete "monopolisti" sulla piattaforma satellitare. Ma è vero anche che il Biscione detiene il primato della raccolta pubblicitaria televisiva. Il duopolio è definitivamente incrinato?
La distinzione per piattaforme tecnologiche è una logica davvero superata dai fatti. Il consumatore non sceglie se guardare il satellite o il digitale terrestre, bensì un buon programma televisivo. Fin dalla sua nascita Sky si è caratterizzata come forte elemento di pluralità nel mercato. Con Mediaset competiamo in maniera stimolante, è un'azienda leader con capacità manageriali e finanziarie che le hanno permesso di investire molto in questi anni. Senza contare che ha registrato nel corso del tempo la redditività migliore del settore.

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