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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2012 alle ore 07:55.
L'ultima modifica è del 27 aprile 2012 alle ore 08:42.

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Accrescere la fiducia degli investitori europei nel settore bancario: è l'obiettivo emerso nelle conclusioni del Consiglio Ue del marzo scorso. Per raggiungerlo, occorre assicurare un adeguato flusso di credito all'economia reale e migliorare la posizione finanziaria delle banche che devono poter accedere a nuovi apporti di capitale.

Il perdurare della crisi e il suo continuo trasformarsi - da crisi del credito prima a crisi dei mercati finanziari poi, da crisi di fiducia a crisi di liquidità, fino ai recenti impatti sui debiti sovrani - ha portato le principali istituzioni mondiali ad attivare un imponente meccanismo per modificare significativamente le "regole del gioco". Queste modifiche, tra cui le prescrizioni di Basilea 3, stanno portando gli operatori bancari a riconsiderare strategie e business model per tener conto dei nuovi vincoli.

Le correlazioni tra i comportamenti del settore bancario e l'economia reale, tra aziende e consumatori, sono apparse fin troppo evidenti dal propagarsi degli effetti di una crisi che non ha avuto confini, inclusi quelli con il settore pubblico: le contromisure nei confronti di questa "contaminazione totale" non possono non contenere marcati elementi di "cross fertilization" culturale e professionale, alla cui base c'è la "trasformazione" e "circolazione" di figure professionali.

Le nuove regole devono far recuperare al sistema bancario - rafforzato nei suoi fondamentali (quali patrimonio e liquidità) - il ruolo vitale di supporto all'economia. In questo senso va letta la forte attenzione di Basilea 3 al "market risk" e all'effetto "leva" che porterà gli operatori bancari a valutare attentamente questa componente nell'ambito della propria strategia di medio-lungo termine, con particolare riferimento all'investment banking.

Il modello della banca universale che ha trovato nella deregolamentazione, nell'innovazione finanziaria e nella liberalizzazione e globalizzazione dei servizi tre chiavi importanti oggi viene ripensato. Tra le strategie che cominciano a delinearsi per far fronte ai nuovi scenari di mercato e regolamentari, si fa luce l'ipotesi di ridurre i rischi associati ai grandi conglomerati bancari, operativi su tutti i segmenti di business, tramite la disaggregazione in entità di minori dimensioni e a maggior grado di specializzazione.

Le istituzioni finanziarie stanno affrontando queste sfide in maniera differenziata a seconda del segmento di appartenenza/eccellenza (corporate, retail, investment banking, wealth management). Le decisioni associate alle figure professionali da costruire, trasformare e far migrare, avranno un ruolo chiave per la sopravvivenza e il successo del settore bancario e conseguentemente - attraverso il supporto a aziende e famiglie - per la complessiva crescita economica.

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