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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2012 alle ore 08:13.
L'ultima modifica è del 03 maggio 2012 alle ore 06:41.

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Il 5 maggio le Poste Italiane compiono 150 anni. È il primo datore di lavoro d'Italia (circa 150mila addetti) ed è passato dai postini con i muli ai moderni operatori di home payment con palmare; dall'epistola alla mail; dalla scorta ai sacchi di juta alla pattuglia degli 007 anti-cybercrime, attenti 24 ore al giorno a impedire truffe, furti d'identità, attacchi a software nevralgici. Dal francobollo al borsellino elettronico.

Massimo Sarmi guida il gruppo dal 2002. Un osservatorio privilegiato per vedere le due facce della crisi: da una parte la recessione che corrode i margini del business (per i servizi tradizionali nel 2011 si è registrata una contrazione del 5%) dall'altra il potenziale dell'innovazione della ricerca e della diversificazione (i servizi finanziari hanno chiuso il 2011 con una crescita dell'1,2%, con un balzo dell'8,6% dei ricavi da conti correnti).
«Le attività tradizionali di corrispondenza sono ormai circa il 30% di Poste Italiane – dice Sarmi – ora puntiamo sui prodotti finanziari di innovazione. Vogliamo restare sul territorio, come marchio forte e credibile, creando nuovi profili di lavoro, basti pensare che, solo per fare un esempio, in Sicilia oggi si fa la videocodifica da remoto di quegli indirizzi non leggibili automaticamente nei Centri di Meccanizzazione Postale della Lombardia.

Questo consente di sviluppare nuove competenze e mantenere inalterato il livello occupazionale in alcune aree. Diversamente dalla maggior parte degli operatori postali abbiamo intrapreso la strada della diversificazione dei servizi, evitando così le conseguenze del crollo dei volumi del settore postale e valorizzando la presenza dei nostri uffici postali sul territorio».
Ma il risparmio degli italiani è in fase di contrazione.
Certo conosciamo bene questa contrazione, ma nonostante la flessione del mercato, Poste Italiane è riuscita e riesce a guadagnare quote e a far crescere i volumi. Un punto su tutti va segnalato: la fortissima performance dei nostri servizi assicurativi con Poste Vita che in un anno ha stipulato circa 270mila nuovi contratti per polizze di previdenza, protezione e risparmio.

Quoterete Poste Vita?
Sono decisioni strategiche che dipendono dall'Azionista.

Torniamo allo sviluppo. Poste e Pmi ancora non è un binomio consolidato.
È uno dei nostri obiettivi prioritari. Le piccole imprese usano tradizionalmente i normali software gestionali e amministrativi, mentre il "sistema cloud" di Poste Italiane consentirebbe alle aziende di condividere programmi sofisticati di business continuity, di disaster recovery altrimenti impossibili per le compatibilità dei bilanci delle micro-imprese. Con l'appoggio sulla piattaforma cloud di Poste Italiane aumenta enormemente la capacità di computing e di memoria operativa senza contare che si può sempre fare affidamento sulle nostre tecnologie di garanzia delle identificazioni e di comunicazione sicura. Pagamenti tra persone e tra impresa e amministrazione pubblica, piattaforma di pagamento e per la gestione dei servizi finanziari di base completano le potenzialità del sistema "a nuvola" tagliato su misura per le Pmi.

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