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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2012 alle ore 15:35.

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Non sarà facile. Introdurre una vigilanza europea unica sulle banche sarà un compito molto complesso, che metterà alla prova la volontà politica dei Governi europei. La sfida però è obbligata. L'authority è un tassello importante del progetto di unione bancaria con l'istituzione di garanzie e regole comuni.

L'integrazione creditizia faticosamente ottenuta in dieci anni di Unione monetaria è stata in buona parte spazzata via da una crisi che ha visto i Governi chiamare le banche a far quadrato e a dedicarsi alle imprese nazionali in cambio di aiuti e garanzie. Ora questo processo, che la Bce stessa ha messo in evidenza, va invertito e la creazione di una garanzia europea sui depositi è la strada principale (insieme alle regole sui fallimenti e agli aiuti per le ricapitalizzazioni). Se però, anche se indirettamente, si chiamano in causa i contribuenti di altri Paesi - e di questo si tratta, quando si parla di garanzie e ricapitalizzazioni a carico della Ue - è inevitabile che si chiedano controlli comuni. Così è successo: la Germania - senza sorprese - ha posto come condizione l'authority unica che ora, sfidando le gelosie delle vigilanze nazionali, va costruita.

Come? Il modello continentale prevede che la vigilanza sia attribuita alle banche centrali - e quindi alla Bce che secondo l'intesa Ue «va coinvolta» - che già si occupano di stabilità finanziaria. Non è l'unica scelta possibile però - e la formulazione usata dall'intesa lascia la porta aperta ad altre soluzioni - perché si potrebbe argomentare, come ricorda Laurence Boone di BankofAmerica Merrill Lynch, che possono sorgere «conflitti di interesse tra politica monetaria e vigilanza». Il problema è stato espresso in modo più ampio già nel '96 dall'ex vicepresidente della Fed Alan Blinder, in un saggio su politica monetaria e democrazia: «È un sistema molto strano, se ci pensate: la banca centrale regola i suoi stessi clienti». Altri Paesi, come la Gran Bretagna, prevedono non a caso una Authority separata, con competenze su tutto il settore finanziario. Il sistema non ha però ben funzionato, per esempio, in Islanda.

Molto dipenderà allora, proprio a causa della diversa esperienza britannica, dalla portata dell'Unione bancaria: riguarderà tutta la Ue o, come è più probabile, solo Eurolandia? Sarà uno degli aspetti fondamentali da definire, anche per le ricadute politiche e giuridiche, insieme alle competenze della vigilanza comune - saranno esonerate le banche più piccole? con quali possibili distorsioni? - e i suoi rapporti - gerarchici? di sussidarietà? - con le Authority nazionali. È un progetto da far tremare i polsi, quindi; e per questo richiederà tempi lunghi.

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