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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2012 alle ore 08:15.
L'ultima modifica è del 07 agosto 2012 alle ore 09:46.
«Un compratore su quattro viene dalla Germania - dice Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari – e si orienta verso il litorale adriatico, da Lignano a Cattolica, oppure sceglie la Toscana se ha forti disponibilità economica. E comunque, con un investimento medio di mezzo milione di euro, si punta su residenze particolari, dal casale al trullo, spesso utilizzati anche per lunghi periodi, ad esempio da chi è già in pensione».
Certo le dimore di lusso hanno storie differenti e, con l'introduzione dell'Imu, è drasticamente cambiato lo scenario di riferimento. «Sul mercato – dice Luca D'Angelo, chairman della neonata Milan Sotheby's International Realty, che ha appena lanciato sito e applicazioni iPad e iPhone – ci sono oggetti unici, che in precedenza i clienti più sofisticati potevano soltanto affittare: la complessa situazione economico-finanziaria ha penalizzato anche chi detiene molti asset e ha deciso di alleggerire le posizioni. Ora le soluzioni sono realmente appetibili anche per i palati più viziati: proprio a Portofino stiamo trattando la vendita a una famiglia cinese di un "oggetto" oltre i 50 milioni. Comunque, il sentiment globale è che l'Italia sia in vendita, per fortuna non in svendita».
Questo genere di case, per decenni (o addirittura secoli) nelle disponibilità delle più note famiglie italiane – dalle dinastie industriali alla nobiltà – fanno gola ai consumatori dei mercati emergenti: solidi e affidabili, al contrario della coppia di coniugi arrestata nei giorni scorsi a Varese con 661.500 euro in contanti, suddivisi in banconote da 500, destinati, secondo la difesa, all'acquisto di un immobile a Stresa. I due erano ricercati dall'Interpol per una serie di truffe milionarie (lei, sostiene l'accusa, si spacciava per emissaria di Vladimir Putin).
«In Russia – dice Giancarlo Bracco, fondatore e partner di Immobilsarda, presidente della Fiabci Italia ed esclusivista di Christie's International Real Estate – ci sono centinaia di migliaia di famiglie alla ricerca di case all'estero, e non soltanto fra i Paperoni, ma anche nel ceto medio e medio-alto».
In un'analisi presentata al congresso mondiale Fiabci lo scorso maggio a San Pietroburgo, ben il 37% degli intervistati considera la possibilità di rilocalizzarsi all'estero in modo permanente e il 31% di utilizzare la casa per le vacanze. E il 5,68% sceglie l'Italia come destinazione potenziale, dopo il 23% della Bulgaria, il 12% della Spagna e l'11% della Germania, mentre fra chi punta sull'investimento in una seconda casa inserisce l'Italia, con Francia, Svizzera e Usa, nei Paesi più ambiti nel segmento premium, quello fra uno e 5 milioni di spesa.
«Sono opportunità gigantesche – aggiunge Bracco – che dovremmo sfruttare come sistema-Paese, ad esempio snellendo la burocrazia e concedendo agevolazioni fiscali agli stranieri che scelgono qui la residenza, come hanno fatto Canada, Usa, Gran Bretagna: basti pensare che nel 2010 nelle scuole superiori e nelle università inglesi si sono iscritti centomila studenti cinesi».
Certo l'Italia non è la Gran Bretagna come modello di attrazione, ma per fortuna ci sono i tedeschi che non deludono mai. «Nel nostro Paese sono i clienti migliori insieme a svizzeri, austriaci, olandesi e inglesi – dice Marco Rognini, sales manager Italia di Engel & Völkers – interessati sempre più all'unicità delle tradizioni locali, ad esempio di trulli e masserie in Puglia e casali in Toscana. Spesso i tedeschi non possiedono la casa in patria, ma amano la seconda casa in Italia, che cambiano periodicamente, e negli ultimi mesi si stanno spostando anche verso l'Alto Lazio e l'Umbria».
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