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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2012 alle ore 08:21.

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La "Grande recessione" con le sue code velenose è un episodio di un lungo corso di eventi in atto nel segno della "Grande distruzione creativa". Tra i suoi agenti, l'innovazione verde con uno spettro d'azione e velocità tali da trasformare profondamente il mondo agricolo. L'innovazione verde si traduce in aumenti di produttività tali da ridurre il personale da impiegare nell'azienda agricola al crescere della produzione. Mentre il bacino occupazionale scende di livello, cresce il potenziale d'imprenditorialità innovativa. È nella generazione biodigitale che si manifestano motivazioni e intenzioni imprenditoriali da tradurre in start-up innovative negli spazi relazionali e tecnologici dell'economia verde e sostenibile.
È su questa generazione che l'Italia dovrà puntare per sviluppare l'imprenditorialità delle sue filiere agro-alimentari. Un'indagine svolta dal Censis per la Confagricoltura segnala la presenza di nuovi imprenditori agricoli, «giovani, colti e orientati al mercato estero», che s'impegnano nella sperimentazione di nuove colture. Innovazioni tecnologiche, nei modelli di business e diversificazione della gamma produttiva contraddistinguono i nuovi imprenditori nell'agro-alimentare sotto i 40 anni di età e con alto livello di studi. La Coldiretti è giunta a conclusioni analoghe, osservando entusiasmo e passione per l'innovazione biologica e organizzativa nel lavoro dei campi manifestati dai nuovi titolari d'impresa nelle fasce di età più giovani (sotto i trent'anni) e istruite. «Lungo l'arco settentrionale da est a ovest - sostiene Coldiretti - seppur con dimensioni e budget diversi, la media regionale dei neo-insediati è alta: la Liguria in tre anni ne conta 200, il Veneto 1.500, passando per i 400 del Friuli».

Intesa Sanpaolo ha promosso Agriventure, «società del gruppo dedicata all'agroalimentare, la cui missione è favorire la nascita di imprese giovani e innovative, promuovendo lo sviluppo economico del territorio e la formazione di studenti in ambito agrario». I capitali di rischio sono l'energia finanziaria alla quale i nuovi agenti imprenditoriali dell'agro-alimentare made in Italy dovrebbero poter attingere per il lancio delle loro iniziative indirizzate alle tecnologie verdi. Mentre all'Ocse è sotto i riflettori la proposta di una "Banca verde", sono già operativi fondi di capitali di rischio specializzati negli investimenti innovativi nell'agro-alimentare, a favore delle start-up. In Italia, fondi chiusi sostengono le fasi iniziali dell'attività d'impresa nell'agro-alimentare. Tra questi, TTSeed (www.ttseed.it) che finanzia anche borse di studio per programmi master rivolti a potenziali imprenditori.
È dunque su un terreno "concimato" da motivazioni, passioni, tecnologie e capitali che si può coltivare in Italia una nuova comunità di start-up per lo sviluppo dell'economia agricola verde e sostenibile.

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