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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2012 alle ore 14:32.

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Se gli interventi verbali del presidente della Bce, Mario Draghi, hanno raffreddato il mese di agosto dei mercati, la prima metà di settembre si preannuncia torrida. E al centro ci sarà la definizione degli interventi, questa volta non a parole, ma effettivi, della Bce.

Di fatto, il fitto calendario di settembre avrà un inizio anticipato con l'incontro di mercoledì 29 agosto fra il primo ministro tedesco, Angela Merkel, e il presidente del Consiglio, Mario Monti, a Berlino. E sabato, 1° del mese, Draghi intereverrà al seminario dei banchieri centrali organizzato dalla Fed di Kansas City a Jackson Hole. Gli osservatori di mercato non si aspettano rivelazioni a pochi giorni dalla riunione decisiva del consiglio della Bce. Questi due eventi infatti non sono che il prologo del primo degli appuntamenti chiave, la riunione di Francoforte, appunto, cui seguiranno il 12 la decisione della Corte costituzionale tedesca sul fondo salva-Stati Esm; le elezioni in Olanda (13 e 14); l'Eurogruppo e Ecofin.

A tener desta l'attesa ci hanno pensato diverse indiscrezioni della stampa tedesca, che apparivano mirate a far filtrare possibili opzioni al vaglio della Bce solo per provocare una reazione contraria da parte delle autorità tedesche: la più significativa la possibile adozione da parte dell'istituto di Francoforte di un tetto, esplicito o "segreto" ai rendimenti, o agli spread, oltre il quale far scattare gli acquisti. In realtà, per ora di certo c'è solo il lavoro in corso da parte dei comitati tecnici designati da Draghi, ma a contraddire le informazioni dei media tedeschi, oltre a una smentita della Bce, di per sé un fatto eccezionale, c'è soprattutto il fatto che nessuna decisione verrà presa in sede tecnica. Anzi, a differenza di quanto avviene per esempio prima delle decisioni sui tassi, i tecnici non forniranno neppure raccomondazioni, ma un semplice ventaglio di opzioni. Tutto è quindi rimesso alla riunione del 6. Ogni anticipazione è prematura, o, piuttosto, strumentale. È vero peraltro che, secondo fonti monetarie, da mesi anche in sede tecnica, oltre che nelle dichiarazioni dei suoi vertici, la Bundesbank sta svolgendo una costante opposizione a ogni iniziativa.

La questione della soglia di intervento è rilevante perché sembrerebbe aprire la porta a interventi illimitati cosa che finora la Bce ha sempre respinto. Per ora, Draghi si è limitato a dire che gli acquisti di titoli saranno «di dimensioni adeguate», il che peraltro rappresenta già un notevole progresso dalle relativamente modeste e riluttanti operazioni effettuate in base all'Smp.
Volumi, soglia di intervento, scadenza dei titoli da acquistare (1-2 anni?), trasparenza degli annunci riguardanti le operazioni sono tutte modalità che il mercato si aspetta il 6 settembre. Strettamente legata la questione della seniority, che Draghi ha finalmente riconosciuto nella conferenza stampa di inizio agosto, cioè la precedenza che la Bce avrebbe sui creditori privati, come avvenuto nel caso Grecia, e che costituisce un forte disincentivo per gli investitori in caso di intervento della Bce. Il problema potrebbe essere aggirato, secondo un'analisi di Citigroup, se l'Eurotower comprasse solo titoli a breve (bills), normalmente non inclusi nelle ristrutturazioni del debito in caso di default.

C'è poi la questione della tempistica degli interventi. Un'informazione dell'agenzia Bloomberg ha rilanciato la possibilità che la Bce agisca solo dopo la pronuncia della Corte tedesca sulla legittimità dell'Esm, provocando qualche reazione negativa di mercato, ma questo appare lapalissiano in quanto Draghi ha dichiarato che comunque l'Eurotower interverrà solo dopo una richiesta da parte degli Stati e a fronte di un programma economico (la prima data possibile per un'eventuale domanda di aiuti da parte della Spagna è l'Ecofin di metrà mese) e in combinazione con i fondi salva-Stati europei. Più grave per i mercati sarebbe se la Bce decidesse di rinviare anche l'annuncio della modalità degli interventi. Ma il piatto del 6 settembre è potenzialmente ancor più ricco: le nuove previsioni economiche dei tecnici della Bce indicheranno un peggioramento della recessione nell'Eurozona, con un rallentamento anche in Germania. I mercati si attendono un altro taglio dei tassi d'interesse di 25 punti base, dall'attuale 0,75. Ma lo stesso Draghi ha parlato anche dell'eventualità di altre misure non convenzionali: un ulteriore allentamento dei criteri per il collaterale che le banche possono presentare per finanziarsi presso la Bce e una nuova fornitura di liquidità a lungo termine sono le opzioni che andranno sul tavolo del consiglio anche se non necessariamente verranno adottate il mese prossimo.

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