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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2012 alle ore 15:09.
L'ultima modifica è del 02 settembre 2012 alle ore 15:15.

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Mi si dice che la gente è interessata a ciò che risolve i suoi problemi immediati, non alle visioni di lungo periodo. Ma qui la gente è sempre più ostile al modo in cui si sta inchiavardando la soluzione dei suoi problemi immediati e davanti all'ipotesi, sempre più concreta, che sia chiamata ad esprimersi per via referendaria sull'Europa di oggi e che la bocci con un devastante no, offrirle la prospettiva di un'Europa più forte e per questo meno bisognosa di essere oppressiva sui singoli Stati, può essere l'unica, concretissima via d'uscita.

Mi si dice che i governi non vanno distratti dal lavoro che stanno facendo sull'unione bancaria, sui fondi salva-stati e sul resto. È quello che scrive Draghi e io concordo. Tocca infatti alle forze politiche preparare le carte per una partita che si dovrà giocare nel 2014, con le prossime elezioni del Parlamento Europeo. Disponibilità a farlo ce ne sono di già e in Italia c'è quella autorevole del segretario del Pd. Certo bisognerà convincere chi la vede in altro modo, in primis l'Spd, e non meno essenziale sarà il consenso dei popolari europei. Non facile, ma l'adrenalina di Altiero Spinelli andrebbe alle stelle.

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