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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2012 alle ore 07:30.

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Ecco la grande promessa: il nuovo piano energetico nazionale, atteso da 25 anni, annunciato come imminente da tutti gli ultimi governi, finalmente varato sotto forma di bozza di consultazione pubblica dalla compagine tecnica guidata da Mario Monti, dovrà annullare la maggiorazione media del 25% dei costi dell'energia per i consumatori italiani entro il 2020, accelerando le liberalizzazioni, l'efficienza energetica, le estrazioni nazionali di idrocarburi, la trasformazione del nostro sistema di interscambio di petrolio e gas in un hub europeo.

Mobilitando almeno 180 miliardi di investimenti. Con un effetto volano provvidenziale, fin d'ora, per la ripresa economica del nostro Paese.
Via alla consultazione, ai suggerimenti. Grazie a procedure telematiche e copiosa documentazione di dettaglio (www.sviluppoeconomico.it). Con tempi davvero ambiziosi. Ma soprattutto stretti. Orizzonte, fine legislatura. Primavera prossima. Per lasciare «un'eredità vincolante» alla politica che verrà.
Certo, le scelte sugli atti operativi vanno concretizzati e qualche importante omissione, così osservano gli esperti, non manca. Tempo per correggere e integrare ce n'è poco. Ma «correremo», giurano al ministero dello Sviluppo.

C'è, nell'orizzonte tracciato dal Governo, il taglio di 14 miliardi di euro l'anno della fattura energetica estera (rispetto ai 62 miliardi attuali), con la riduzione dall'84% al 67% della dipendenza dall'estero, grazie a efficienza energetica, alla crescita delle rinnovabili, alla minore importazione di elettricità con uno sfruttamento meno indolente delle risorse nazionali. C'è la riduzione di circa il 19% di emissioni di gas serra «superando gli obiettivi europei per l'Italia pari al 18% di riduzione rispetto alle emissioni del 2005». C'è l'obiettivo di raddoppiare al 20% l'incidenza dell'energia rinnovabile sui consumi finali lordi, facendone la prima fonte nel settore elettrico con quasi il 40% della generazione ma contenendo il peso crescente dei sussidi sulle bollette di tutti (missione impervia). C'è l'obiettivo di ridurre del 4% rispetto a ora, portandoli al 24%, i consumi primari rispetto all'andamento inerziale al 2020 «superando gli obiettivi europei del -20%, principalmente grazie alle azioni di efficienza energetica».
Funzionerà? Passando dal "cosa" al "come" emergono, inutile nasconderselo, alcune occasioni che rischiano di rivelarsi mancate. Prendiamone, raccogliendo le indicazioni che vengono dagli esperti, tre: la mobilità elettrica, lo sportello telematico centralizzato dell'energia, la nuova geografia delle interconnessioni continentali delle reti.

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