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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2013 alle ore 07:40.
Il Regno Unito non è in grado di impedire agli altri Stati membri una più profonda integrazione. La volontà politica della maggior parte degli altri Stati è quella di andare avanti. I negoziati sul Fiscal Compact hanno evidenziato le difficoltà di tentare di esercitare il cosiddetto "veto" nazionale. Il Regno Unito ha svolto un ruolo di primo piano nel disegnare alcune politiche dell'Unione europea, incluso il mercato unico, gli aiuti allo sviluppo, il commercio internazionale e la lotta ai cambiamenti climatici. Il suo ruolo in questi ambiti è stato apprezzato e potremmo sentirne la mancanza.
In particolare, il Regno Unito ha avuto una parte importante nella definizione delle leggi sulla giustizia e gli affari interni, che i governi Ue dovranno trasporre da qui a due anni massimo. Ma il governo Cameron, ora, vorrebbe esercitare un "opt out" completo in questi campi. Sicuramente le istituzioni dell'Ue e gli altri 26 Stati membri non staranno a guardare mentre il Regno Unito si tira fuori da oltre 130 misure - con l'effetto di re-innalzare i confini nazionali nella lotta contro criminalità internazionale - per poi cercare un accordo ad hoc sui pochi punti in cui gli inglesi trovano il loro "interesse nazionale".
L'Unione Europea è molto più di un insieme di regole che disciplinano il mercato interno e la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone. Si tratta di un progetto storico unico che ha unito il continente europeo. Stati -Nazione che volontariamente hanno scelto di mettere in comune la loro sovranità, perché stimano che insieme sono più forti. Credo che il contributo del Regno Unito a questo progetto sia nell'interesse britannico, e dell'Europa.
Il tentativo di rimpatriare competenze dall'Eu forse vende bene sui famosi media euro-scettici inglesi e su una parte del partito conservatore, ma mi chiedo se, sul lungo termine, sia veramente nell'interesse della Gran Bretagna. Ho il sospetto che David Cameron stia pericolosamente giocando di pura tattica, per ragioni interne. Io personalmente lo appoggio quando dice che vuole che il Regno rimanga nell'Unione europea. Ma somiglia sempre più all' apprendista stregone di Goethe, che non riesce a domare gli spiriti che lui stesso ha evocato - spiriti che vogliono lasciare l'UE per motivi ideologici, a scapito del popolo britannico.
Il 1 gennaio 2013 segna i 40 anni di adesione del Regno Unito all'Ue. La nostra Unione è destinata a diventare ancora più rilevante nei prossimi 40 anni, ed è per questo che il Regno Unito dovrebbe continuare a impegnarsi nel dare forma al nostro futuro comune.
Martin Schulz è presidente del Parlamento europeo
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