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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2013 alle ore 06:45.

Cosa c'è da aspettarsi per il 2013?
La tutela dell'economia legale e il corretto funzionamento delle regole di mercato. Sarà necessario recuperare le risorse sottratte al bilancio dello Stato, dell'Unione europea e degli enti locali. Occorre assicurare una sempre maggiore concretezza dei risultati conseguiti, anche attraverso una sistematica aggressione ai patrimoni illeciti accumulati. Tutto ciò adottando le tecniche d'indagine proprie di una forza di polizia: maggiore flessibilità dell'azione ispettiva, per contrastare i fenomeni illeciti in relazione alle diverse modalità di manifestazione sul territorio, e approccio trasversale per colpire nella loro globalità tutti i fenomeni connotati dalla capacità di mettere a rischio contemporaneamente più interessi economici e finanziari.
E per stanare gli evasori fiscali?
Saranno affinate le strategie operative per la lotta ai "grandi fenomeni evasivi", quali l'economia sommersa, le frodi Iva e l'evasione fiscale internazionale. In parallelo, continuerà l'azione di prevenzione dell'evasione di massa, pianificando l'azione di controllo economico del territorio per tutelare non solo gli interessi erariali, ma anche l'economia "sana" dalla concorrenza sleale, come l'abusivismo commerciale, lo sfruttamento del lavoro irregolare e le false organizzazioni non-profit che nascondono attività imprenditoriali. Saranno rafforzati l'utilizzo delle indagini finanziarie e l'uso mirato delle banche dati, continuando a investire sulla specializzazione dei nostri investigatori, che costituiscono la risorsa più pregiata.
Redditometro e riccometro sono così "diabolici" come vengono percepiti dall'opinione pubblica?
Non vanno demonizzati ma allo stesso tempo vanno utilizzati con attenzione. La verità è come sempre nel mezzo. I dati ufficiali ci dicono che ci sono milioni di italiani che vivono ai limiti dell'indigenza. Ma allo stesso tempo ci sono anche manifestazioni di capacità contributiva che troppo spesso non trovano alcun riscontro nelle dichiarazioni dei redditi presentate. Sono strumenti che si rivolgono a un mondo che non è certo quello dei dipendenti e dei pensionati onesti, ma piuttosto a quello dei contribuenti che sono soliti vivere ai margini della legalità. Uno strumento come il redditometro non è risolutivo ma allo stesso tempo non è così diabolico. Ma come è stato già sottolineato, occorre buon senso nel suo utilizzo. Questo è ciò che accadrà: come ha già precisato l'Agenzia delle Entrate, con il redditometro saranno individuate le situazioni patologiche e la grande evasione.
È innegabile che però in Italia ci sia un problema di certezza del diritto...
Da tempo siamo i primi a sostenere la necessità dell'introduzione di una norma antielusiva di carattere generale. Non vogliamo penalizzare le imprese ma allo stesso tempo non è possibile vedersi vanificare anni di indagine, il più delle volte condotte all'estero con tanto di richieste di rogatorie internazionali, perché tutto poggia su presunzioni.
A proposito di estero la crisi finanziaria ha spinto la "fuga" dei capitali?
Gli oltre 17,1 miliardi di evasione internazionale e i circa 50 milioni di denaro e titoli sequestrati nel corso dei nostri controlli alla frontiera nel 2012 evidenziano come lo spostamento di capitali all'estero costituisca una criticità da non sottovalutare.
Il Fondo monetario internazionale ha evidenziato che un'ulteriore "piaga" per il nostro Paese è il riciclaggio di denaro che con i 150 miliardi annui è ben al di sopra della media europea... Qui operiamo con un duplice approccio: indagini di polizia giudiziaria per contrastare i fenomeni più articolati con approfondimento delle segnalazioni sospette e ispezioni per prevenire che capitali sporchi inquinino il sistema finanziario. Nel 2012, abbiamo intercettato flussi di riciclaggio per circa 2,5 miliardi, con il sequestro di beni e disponibilità finanziarie per circa 140 milioni di euro. Per supportare l'azione di contrasto ritengo quanto mai necessario introdurre, anche nel nostro Paese, la punibilità della condotta di auto-riciclaggio, mutuando le migliori esperienze adottate a livello internazionale, così come prevedere forme di "tracciabilità" dei flussi di denaro contante più stringenti rispetto ai settori più a rischio di riciclaggio.
Ma prevenire non è meglio che curare?
Non solo repressione, lotta alle frodi e ai traffici illeciti, ma anche prevenzione basata sulla sensibilizzazione alla legalità economico-finanziaria quale condizione essenziale per la crescita e lo sviluppo del paese. Occorre far comprendere soprattutto ai giovani, e per questo stiamo andando nelle scuole, che "conviene" al singolo ed è patrimonio indispensabile per l'esistenza stessa e la crescita della collettività. Scommettere sui giovani significa investire nel loro futuro, creando i presupposti per un formidabile effetto moltiplicatore. A tutti, ma in particolare a loro, dico: la legalità, alla fine, vince; chi è dalla parte giusta, vince; aiutateci a restituire alla società civile ciò che le è stato illecitamente sottratto, per consegnare alle nuove generazioni una società migliore.
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