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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2013 alle ore 06:41.

Il divorzio si è svolto in tre differenti fasi:
fase presidenziale che ha rigettato integralmente le richieste economiche della sig.ra Lowenstein formulate nella memoria di costituzione;

reclamo in Corte di Appello ex art. 709 ter c.p.c. presentato dalla sig.ra Lowenstein avverso i provvedimenti presidenziali, rigettato dalla Corte di Appello che ha confermato i provvedimenti presidenziali;

sentenza definitiva di divorzio che ha rigettato tutte le richieste economiche della sig.ra Lowenstein e condannato la stessa alla rifusione delle spese legali, richieste, e non pagate.

Quindi ben tre differenti Organi giudicanti hanno esaminato dettagliatamente tutti i 44 documenti prodotti dalla Signora Lowestein e tra gli stessi non risultano essere presenti atti che legittimino le ricostruzioni denigratorie che si leggono sul Sole 24 ore. La sig.ra Lowenstein il primo marzo 2013 ha proposto appello avverso la sentenza di divorzio, ma neppure in quella sede sono stati prodotti documenti che avallino dette ricostruzioni denigratorie. Nell'ottobre 2011 la sig.ra Lowenstein, come sono in grado di provare, mi ha avvicinata ed intrattenuta in un ristorante milanese chiedendomi di richiedere al prof. Grilli un ingente somma di denaro nel tentativo di trarre il massimo profitto dalla vicenda divorzile. Come mio dovere ho contattato il prof. Grilli e riferito quanto sopra. Su precisa indicazione del prof. Grilli ho risposto alla sig.ra Lowenstein che aveva scelto la sede sbagliata, e che la sede giusta era solo quella di rappresentare le sue pretese all'Autorità Giudiziaria e di non chiedere in un ristorante denaro per tacere non si sa che cosa.

Tali fatti ho immediatamente riferito alla difesa della sig.ra Lowenstein avv. Santagata di Bologna. Nulla la sig.ra Lowenstein mi risulta aver denunciato all'Autorità Giudiziaria e nulla la sig.ra Lowenstein ha prodotto nel senso indicato nella causa di divorzio allora in corso e neppure adesso in appello.
La Signora Lowestein, stando alle notizie di stampa, dopo la sconfitta economica nel primo grado della causa di divorzio, tenterebbe di divulgare ora, senza provare, circostanze o false, o mistificate, o narrate in modo erroneo e tale da ingenerare equivoci e sospetti sul Prof. Grilli.
Avv. Ida Favero Studio Legale Favero Milano

La risposta di Claudio Gatti
Tramite il suo avvocato, Ida Favero, il Ministro Grilli non contesta né nega un singolo dato di un lungo articolo che di dati ne elenca moltissimi – e in modo estremamente dettagliato. Non smentisce di aver pagato l'acconto sull'appartamento da lui comprato ai Parioli con i fondi di un conto offshore – nell'isola del Canale di Jersey. Non nega di aver facilitato l'evasione delle imposte sulla ristrutturazione di quell'abitazione per via di pagamenti in contanti sui quali non è stata applicata l'Iva. Né chiarisce meglio i propri rapporti con Dario Cusani, fratello gemello di Sergio, che promuoveva parenti e amici per affari con il Tesoro. In una nota sul sito del Mef, il Ministro si limita a ribadire quello che ci aveva detto ieri e che avevamo puntualmente riportato nell'articolo – e cioè di aver sempre dichiarato al Fisco di avere conti all'estero (come dimostrano le sue dichiarazioni dei redditi del 2003, 2004 e 2005 allegate).
Approfittiamo dell'opportunità per invitare però il Ministro a spiegare ai nostri lettori e agli italiani perché mai abbia ancora un conto non solo all'estero ma in un paradiso fiscale. A noi ha detto che «è rimasto aperto perché… riaprire quei conti é problematicissimo». Forse per gli italiani ha una risposta più convincente.
L'avvocato Favero contesta infine un dettaglio del box, e cioè la cifra di mezzo milione con cui il professor Grilli ha "saldato" 20 anni di matrimonio con Lisa Lowenstein. Il legale sostiene che la cifra corretta è di tre volte superiore. Ma il milione aggiuntivo a cui fa riferimento risale a ben prima. E non aveva nulla a che vedere con la separazione.

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