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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2013 alle ore 07:21.

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Quella che segue è una storia ordinaria di commistione fra politica, società ed economia, sicuramente non peggiore di miriadi di altre storie simili. Ma proprio perché ordinaria è utile per capire certi meccanismi del sottobosco che soffoca il nostro Paese.
Martedì sono stati nominati i 40 membri della Commissione centrale di beneficenza (l'organo di indirizzo) della Fondazione Cariplo, che rimarranno in carica fino al 2019.

Venti membri sono scelti dalla commissione uscente tra altrettante terne proposte dagli enti territoriali (Province, Comune di Milano, Regione).
Altri sei membri sono scelti tra le terne proposte da enti di ricerca, culturali, di volontariato, etc; sette sono scelti nel cosiddettocioè da terne proposte spontaneamente da organizzazioni senza fini di lucro; e sette sono co-optati direttamente dalla commissione uscente.
Questo complicato sistema dovrebbe assicurare una rappresentazione equilibrata della volontà della politica e della società. In realtà lo statuto bizantino è agevolmente manipolabile dalla dirigenza in carica, per due motivi. Poiché la nuova commissione è scelta dai commissari uscenti, il ricambio è molto difficile: io voto per la tua riconferma, tu voti per la mia. Inoltre, è molto facile far passare un candidato da una terna all'altra; se un commissario uscente gradito alla dirigenza non è ripresentato nelle terne degli "enti territoriali" (cioè la politica locale), lo si fa entrare in una qualche terna della "società civile". La distinzione tra politica locale e società civile diventa così una sorta di finzione, e i componenti di fatto cooptati a piacere dalla commissione uscente sono ben più dei sette previsti dallo statuto.

Prendiamo il caso di Ugo Dozzio Cagnoni. Nel 1997 entra in Fondazione dalla terna della provincia di Pavia, dopo una lotta fratricida, dicono le cronache di allora, che rischia di spaccare la giunta provinciale e coinvolge nientemeno che Berlusconi in persona. Nel 2000 non è più nella terna della Provincia di Pavia, in compenso entra nella terna delle Camere di Commercio lombarde (è titolare di un'azienda agricola), ed entra nuovamente in commissione di beneficenza; lo stesso avviene nel 2007. Viene rinnovato ancora martedì scorso, ma questa volta presentato nella terna delle associazioni ambientaliste, battendo una nota ambientalista come l'avvocato Paola Brambilla di Green Lex.
O prendiamo Giovanni Azzaretti, classe 1933, ex parlamentare Dc come Guzzetti. Nel 1992 entra in Cariplo su indicazione della Provincia di Pavia; nel 1997 ne viene escluso a favore di Ugo Dozzio Cagnoni; ma rientra in Commissione di beneficenza nel 2000, dalla terna degli istituti di cura a carattere di ricerca, presumibilmente in quanto direttore sanitario dell'ospedale S. Matteo di Pavia. Viene riconfermato nel 2007 e nel 2013.

Dal 1997 fino ad ora Mario Romano Negri era ininterrottamente entrato in Fondazione in quota alla Provincia di Lecco. Quest'anno la nuova amministrazione provinciale lo aveva escluso dalla terna; è però rientrato in Fondazione dalla terna degli enti culturali. Il suo titolo presumibile: per anni era stato membro e coordinatore della Commissione cultura della stessa Fondazione Cariplo. I due membri della terna rimasti esclusi sono il rettore della Statale Enrico Decleva e il professore della Cattolica, Agostino Giovagnoli.
Un'altra possibilità è di usare il "bando" per fare rientrare i commissari bocciati dagli enti territoriali. È il caso di Giorgio Gaspari, entrato in Cariplo dalla terna di Varese nel 2007; non ripresentato dalla provincia, quest'anno è entrato direttamente dal bando. A partire dal 2000 è in Cariplo, ininterrottamente attraverso il bando, Elio Fontana, anch'egli ex parlamentare Dc come Guzzetti. Di fatto, su sette posti riservati a candidati del bando, quest'anno sei sono stati confermati dalla tornata precedente del 2006; di questi, quattro erano stati nominati sempre dal bando già nel 2000.

Niente di improprio in tutto questo, ma quale è la probabilità che, tra i circa 60 candidati del bando, uno solo sia più meritevole di quelli già esistenti? E non era il bando il mezzo designato per assicurare il ricambio?
Naturalmente non bisogna generalizzare. In Cariplo ci sono molte persone perbene e competenti, e la Fondazione è considerata tra le meglio amministrate d'Italia. Ma proprio questo deve fare preoccupare. È inutile nascondersi dietro un dito: un sistema come quello delle fondazioni si presta inevitabilmente a giochi politici e manipolazioni di ogni sorta. E certo non aiuta a dissipare i sospetti che, in Cariplo come in altre fondazioni, la dirigenza attuale sia in carica ininterrottamente da quasi venti anni.

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