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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2013 alle ore 08:20.
L'ultima modifica è del 21 febbraio 2013 alle ore 08:06.

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I problemi del sistema-Paese hanno finito per travolgere anche il Giro d'Italia. La scarsa manutenzione delle strade, a causa del blocco degli investimenti pubblici e dei vincoli imposti dal Patto di stabilità, ha infatti pesantemente influenzato lo svolgimento della prima tappa, un circuito cittadino a Napoli di 130 chilometri. La condizione delle strade è stata resa ancora più evidente dalle riprese televisive e gli stessi corridori hanno voluto denunciare la pericolosità del circuito con una mini-protesta alla partenza. Il risultato è stata una lunga serie di cadute che ha caratterizzato la tappa: l'ultima carambola, a un chilometro dall'arrivo, ha coinvolto alcuni possibili protagonisti della volata (tra questi Francesco Chicchi e Mattia Gavazzi). Il gruppo si è frantumato (senza alcun impatto, però, sulla classifica generale) e lo sprint si è risolto tra un ristretto numero di ciclisti. Di questa situazione ha approfittato Mark Cavendish (il nostro favorito nei pronostici di ieri) che ha rimediato a un "buco" dovuto alla caduta della catena di un suo compagno di squadra e con una rimonta spettacolare ha beffato Elia Viviani, sprinter della Cannondale e il francese Nacer Bouhanni. Bisogna ammettere che l'inglese, che arriva da un inizio di stagione non troppo brillante ed è giudicato da molti in fase calante, ha fatto un numero straordinario confermandosi il dominatore delle volate. Ottimo piazzamento d'onore per il giovane Viviani, molto arrabbiato e deluso dopo il traguardo per l'occasione mancata (si è sfogato battendo più volte il pugno sul manubrio), ma ieri c'era poco da fare per contrastare lo strapotere di Cavendish. Un Cavendish apparso piuttosto nervoso dopo l'arrivo: ha liquidato la giornalista che provava a intervistarlo con poche parole: «Sono stanco morto, c'era troppo caldo per un inglese».

La prima maglia rosa del Giro d'Italia numero 96 è sulle spalle dell'ex campione del mondo su strada che si ripete: anche nel 2009 nella tappa inaugurale di Venezia aveva indossato il simbolo del primo in classifica al termine, però, di una crono a squadre. La vittoria di ieri, e soprattutto il modo con cui è stata ottenuta, ha un valore ancora maggiore rispetto a quattro anni fa. E dopo l'arrivo sul lungomare Caracciolo di Napoli, oggi cronometro a squadre Ischia- Forio (17,4 chilometri) in uno scenario altrettanto suggestivo dell'isola campana; un itinerario esaltante che, certamente, servirà ad attirare l'interesse di appassionati e spettatori. Una tappa insidiosa, non solo perché la crono a squadre è un esercizio abbastanza insolito nell'ambito del Giro ma anche per le caratteristiche del percorso, con salite alternate a discese e continui restringimenti di carreggiata.