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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2013 alle ore 09:38.
L'ultima modifica è del 18 maggio 2013 alle ore 08:38.
Mark Cavendish ha calato il poker con una nuova, e impressionante, dimostrazione di potenza sul traguardo di Cherasco al termine della tredicesima tappa partita da Busseto. Per lo sprinter inglese è stata una delle vittorie più esaltanti non solo del Giro ma della sua carriera perché è riuscito a pedalare tra i primi del gruppo lungo i saliscendi delle Langhe, è rimasto senza squadra al momento decisivo e si è prodotto in una percussione finale di 350 metri bruciando tutti gli avversari a cominciare da Giacomo Nizzolo piazzato al secondo posto.
Quella di ieri non è stata una frazione particolarmente interessante anche se il finale sulle colline delle Langhe era davvero suggestivo. Abbiamo assistito a una serie di attacchi e contrattacchi e lo stesso Vincenzo Nibali, leader della classifica generale, ha provato un allungo-dimostrativo; un segnale della buona condizione di forma.
Per un giorno i corridori sono stati risparmiati da pioggia e freddo. Il ritorno del sole non è, però, servito a Ryder Hesjedal e Bradley Wiggins per recuperare forze e ottimismo e continuare il Giro. Alla partenza della tappa non si sono presentati: ritiri comunque ampiamente annunciati. Nibali ha due avversari in meno, due corridori del calibro di Wiggins e Hesjedal considerati tra i possibili vincitori del Giro.
Oggi tappa insidiosa (da Cervere a Bardonecchia di 168 chilometri) con una salita conclusiva di sette chilometri e una pendenza media al 9%. Insomma il ripido finale potrebbe provocare un'ulteriore selezione tra i pretendenti al successo anche se a giocarsi la partita dovrebbero essere Nibali e Cadel Evans.
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