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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2013 alle ore 13:00.

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Nello scenario straordinario delle Tre Cime di Lavaredo in mezzo a una tormenta di neve, Vincenzo Nibali ha definitivamente chiuso il conto con il Giro d'Italia. Il siciliano ha vinto in un clima da tregenda consolidando il primato nella classifica generale. Anche ieri, dunque, l'ultima tappa di montagna è stata rovinata dalla nuova ondata di maltempo che ha costretto gli organizzatori a modificare il percorso: per fortuna l'arrivo è stato confermato alle Tre Cime di Lavaredo.

Chiarite anche le posizioni alle spalle di Nibali; il colombiano Rigoberto Uran Uran ha scavalcato al secondo posto Cadel Evans che, al termine di un'altra giornata no, ha comunque conservato la terza piazza. Pensavo, e speravo, nel secondo posto del mio pupillo Cadel ma devo ammettere che negli ultimi giorni aveva faticato molto a tenere la ruota dei migliori e aveva perso lo spunto brillante della fase centrale del Giro. Va detto che la preparazione dell'australiano non era "mirata" alla partecipazione alla corsa rosa e soltanto a un mese dalla partenza aveva deciso di presentarsi ai nastri.

Le difficoltà, soprattutto degli ultimi giorni, sono il risultato di allenamenti piuttosto affrettati. In un Giro con tanti ritiri eccellenti (da Bradley Wiggins a Ryder Hesjedal) una novità è rappresentata dai risultati della folta rappresentanza di corridori colombiani (4 si piazzano nei primi 20 della classifica generale e di questi 2 tra i primi 5) a riprova che il ciclismo anche in questo lontano Paese si sta avvicinando a grandi passi agli standard europei. Sono convinto che il processo di globalizzazione di questo sport, già emerso negli ultimi anni con le vittorie nelle grandi corse a tappe di corridori provenienti da Paesi (Canada e Gran Bretagna) senza una consolidata tradizione, si stia estendendo a gran velocità. Resta, invece, qualche legame con il recente passato.

Mi riferisco al caso di doping che venerdì ha portato alla squalifica di Danilo Di Luca. Il corridore abruzzese ha offeso questo sport (e non capisco perchè le autorità ciclistiche non l'abbiano fermato in precedenza) che cerca di lasciarsi alle spalle un passato ingombrante come dimostrano le velocità (più ridotte) in salita. E che il ciclismo resti uno sport popolarissimo è dimostrato dalla straordinaria partecipazione di pubblico e di appassionati lungo le strade nonostante il maltempo record del mese di maggio. Il Giro per entusiamo e visibilità sta insidiando il Tour de France. Certamente quest'anno ha contribuito la performance di un corridore italiano (Vincenzo Nibali) che ha ottenuto una vittoria straordinaria e ci auguriamo possa ripetersi in altre corse a tappe a cominciare dal Tour dove si ritroveranno tra un mese molti dei protagonisti della corsa rosa che si conclude oggi a Brescia.
LA TAPPA DI OGGI L'arrivo di ieri e la classifica 1. Vincenzo Nibali
2. Fabio A. Duarte
3. R. Uran

1. Vincenzo Nibali
2. R. Uran (4,43")
3. C. Evans (5,52")