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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2013 alle ore 08:01.
Ha vinto ancora Mark Cavendish (terzo centro su tre nelle volate) ma il vero protagonista della tappa (da Longarone a Treviso) è stato nuovamente il maltempo che ha già condizionato la prima settimana del Giro. La frazione, facile e breve, ha duramente impegnato i corridori; l'acqua torrenziale ha trasformato i 134 chilometri in un vero e proprio calvario. Una lunga fuga è stata annullata a un passo dal traguardo e a imporsi nello sprint del gruppo è stato Cavendish confermandosi il re della velocità.
Il risultato più clamoroso è, però, l'uscita di scena di Bradley Wiggins che si è staccato dai migliori ed è arrivato al traguardo con oltre 3 minuti di ritardo. La resa dell'inglese è stata evidente quando ha dato il via libera ai suoi gregari per rientrare in gruppo, rimanendo solo nella propria sofferenza. Le ragione della débâcle vanno cercate nelle condizioni di salute in particolare, mi dicono, dovute ai postumi della caduta nella tappa di Pescara.
Gli effetti di questa pazza primavera e l'elevato numero di cadute (anche ieri abbiamo assistito allo spettacolare scivolone in curva di 5 dei 6 corridori in fuga) stanno incidendo sulle performance di diverse squadre. Mi ha colpito il fatto, ad esempio, che Vincenzo Nibali e Cadel Evans siano rimasti senza scudieri nella dell'Altipiano del Montasio anche a seguito di incidenti di percorso. In particolare, l'australiano ha dovuto rinunciare a Ivan Santaromita, il gregario più fedele in salita, che deve sopportare una fastidiosa lombosciatalgia rimediata in uno dei tanti capitomboli sull'astalto bagnato.
Il meteo potrebbe condizionare le tappe dei prossimi giorni a cominciare dalla scalata del mitico Col du Galibier (in programma domenica) a rischio di cancellazione. Non sappiamo, ora, cosa possa succedere alla fine della prossima settimana quando i corridori dovranno affrontare Gavia e Stelvio.
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