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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2013 alle ore 08:32.
L'ultima modifica è del 25 maggio 2013 alle ore 10:15.

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Un messaggio per i giovani. E uno per gli editori. Sostanzialmente lo stesso: «Abbiate coraggio, spingetevi oltre». Arriva dall'ottava edizione di Crescere tra le righe, la due-giorni sull'informazione organizzata dall'Osservatorio permanente Giovani-Editori, in corso da ieri nel borgo di Bagnaia, in provincia di Siena. Lo ha lanciato come parola d'ordine dell'incontro di quest'anno Andrea Ceccherini, presidente dell'Osservatorio, sulla stessa lunghezza d'onda del saluto iniziale arrivato da Giorgio Napolitano sul «contributo dell'Osservatorio alla formazione di tanti ragazzi e ragazze che attraverso il prezioso progetto il Quotidiano in classe imparano a essere cittadini di domani, partecipi appieno alla vita sociale, del confronto politico e culturale del nostro Paese. In questo momento di crisi del mercato editoriale - continua il testo del presidente della Repubblica - l'Osservatorio costituisce, tra l'altro, un'opportunità di dialogo sui temi legati al mondo del giornalismo, in particolare sul pluralismo e sulla libertà d'informazione e di promozione dell'informazione su carta stampata».
L'utilizzo delle nuove tecnologie, sempre più centrale per il futuro del settore editoriale e decisivo nella crescita delle giovani generazioni, diventerà sul fronte della formazione generale dal prossimo anno anche uno strumento in più del progetto Quotidiano in classe, arrivato a oltre 2 milioni di studenti coinvolti in tutta Italia (75% del totale tra i 14 ei 18 anni) nella lettura giornaliera su carta e tablet.

Da Benito Benedini e Donatella Treu a John Elkann e Pietro Scott Jovane, presidenti e amministratori delegato dei gruppi Sole 24 Ore, La Stampa e Rcs Media Group; dai big del giornalismo internazionale ai grandi banchieri italiani, il dialogo tra ragazzi e classe dirigente è il filo conduttore delle giornate toscane dedicate all'informazione e alla formazione. Per l'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, David Thorne, il web è ormai irrinunciabile per la stessa politica: «L'approccio alla tecnologie di comunicazione e la diffusione di Internet tra i giovani italiani non è molto diversa da quella dei coetanei americani - spiega - questa familiarità nel mondo della politica invece non c'era fino a poco tempo fa, ma ero sicuro che il divario si sarebbe colmato, come infatti si è potuto vedere in occasione delle ultime elezioni con l'affermazione del Movimento 5 Stelle. Naturalmente la tecnologia dà trasparenza alla società, però può essere utilizzata anche per scopi negativi o addirittura criminali - dice ancora l'ambasciatore - ecco perché occorre avere responsabilità e regole chiare».

Tecnologia, ma anche memoria storica e passione civile. Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, ha messo con forza l'accento sulla mancanza nel nostro Paese di un elemento «fondamentale per sapere chi siamo e dove vogliamo andare», come la memoria del passato, dei grandi personaggi che hanno fatto l'Italia nei diversi settori d'attività: da De Gasperi a Di Vittorio, da Costa a Menichella, fino all'"uomo del fare" Gabriele Pescatore «che ha portato l'acqua nelle case della Sardegna come di Napoli. Insieme alla memoria occorre poi ritrovare la passione per le cose che si fanno, soprattutto nella politica, una politica troppo bistrattata che invece deve ritrovare il senso di missione - sottolinea Napoletano -. I politici, però, devono imparare a ascoltare la gente e a fare le cose di cui parlano». Come si entra nel mondo del lavoro? Che spazio c'è per un giovane? Gli studenti del progetto Quotidiano in classe presenti ieri a Bagnaia, oltre 250, lo hanno chiesto agli ospiti di Ceccherini. "Merito e passione", hanno risposto Alessandro Profumo e Federico Ghizzoni, rispettivamente presidente di Banca Mps e amministratore delegato di Unicredit. Una società più aperta e orientata alla meritocrazia, dunque, grazie a un cambio culturale e magari a quella «irriverenza e forza rivoluzionaria» che il leader dell'Osservatorio permanente Giovani-Editori ha invocato in apertura del convegno per le nuove generazioni. «Non abbiate paura, anche una società come la nostra riconosce chi ce la mette tutta», dice Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere della Sera. Ma servono buoni maestri. «Il maestro si riconosce dalla capacità di essere umile e di ascoltare - dice il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura -. L'esempio è quello di Papa Francesco, che infatti suscita entusiasmo tra i giovani». Ravasi parla di morale («L'ontologia prima della deontologia»), e cioè del grande compito delegato all'educazione per «allontanare le nuove generazioni dall'indifferenza». E l'educazione passa anche dalla lettura dei giornali.

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