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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2013 alle ore 10:05.
L'ultima modifica è del 08 giugno 2013 alle ore 08:21.

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La Troika avrebbe potuto fare di meglio? Non era responsabile delle condizioni esistenti - una unione monetaria con una banca centrale focalizzata sulla stabilità dei prezzi. Ma la risposta esitante alla crisi da parte dei funzionari europei è andata ad aggiungersi alle difficoltà. Le controversie riguardo a termini e condizioni di assistenza, e il tasso di interesse assurdamente alto, imposto sui finanziamenti ufficiali, esigevano un tributo pesante da Paesi già sotto stress.

La Troika ha fatto tre errori. In primo luogo, la riduzione del debito greco è stata rinviata per troppo tempo. Una volta che è apparso chiaro che il peso era insopportabile, si sarebbe dovuto tagliare il debito rapidamente. Troppi creditori sono stati rimborsati alla pari dei loro crediti in scadenza.

In secondo luogo, la Troika basa i programmi su ipotesi troppo ottimistiche. Si sono mal giudicati le conseguenze del consolidamento fiscale e vincoli di credito, sottovalutando la contrazione dell'occupazione e sopravvalutando export e proventi delle privatizzazioni.

Infine, come successo nella crisi asiatica, la Troika ha trattato i Paesi caso per caso. Così, non ha prestato sufficiente attenzione alle ricadute di fondo e al deterioramento della situazione nella zona euro nel suo insieme.

La Troika deve sopravvivere? Le tre istituzioni attraverso le quali si esprime hanno differenti mandati e ruoli diversi. Forse era inevitabile che all'inizio lavorassero congiuntamente, ma ora vi sono ragioni per mettere in discussione tale approccio.

Sia in modo operativo che finanziario, l'Fmi è stato coinvolto in Europa in misura maggiore rispetto a quanto i suoi azionisti globali ritengano sia invece sostenibile. Dovrebbe diventare un catalizzatore, la cui partecipazione ai programmi della zona euro resti auspicabile, ma non indispensabile - dandogli la possibilità di essere in disaccordo e andare via.

Anche la Bce è in una posizione strana, ma per motivi diversi. Come banca centrale, piuttosto che istituto di credito, non ha un ruolo chiaro nelle trattative per conto dei creditori. Se rimane nella Troika, la sua partecipazione deve essere per lo più silenziosa.

Infine, l'Europa dovrebbe trasformare l'Esm in un Fondo monetario europeo per fornire valutazione di politiche e indirizzi, e l'assistenza finanziaria.

Al di là dello specifico europeo, l'esperimento della Troika risponde a una domanda importante per le altre parti del mondo: può l'Fmi collaborare con le istituzioni regionali? Sì - ma non facilmente. La Troika si è rivelata funzionale, e l'Europa avrebbe avuto difficoltà a fornire assistenza anche condizionale per Paesi della zona euro, senza la partecipazione e il sostegno dell'Fmi. Ma la cooperazione si è dimostrata problematica, se non altro perché ogni istituzione partecipante ha regole e vincoli che non sono facili da conciliare con le altre.

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