Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2013 alle ore 15:24.

My24

Da Rawa al-Adawiya, una moschea prima trasformata in podio per discorsi politici e ora in fortino, ieri Mohamed al-Beltagy teneva il suo ultimo comizio. È una personalità importante, è il leader di Libertà e giustizia: ciò che resta del partito della fratellanza che aveva portato Mohamed Morsi a vincere le elezioni e diventare il primo presidente eletto.

Le sue parole, dunque, avevano un peso per l'immediato futuro dell'Islam politico. Poche ore prima, negli scontri dell'alba con la polizia era morta sua figlia di 17 anni, e gli avvenimenti in corso non inducevano al dialogo né alla riflessione. Per quante giustificazioni avesse, comunque Beltagy era andato oltre. Dopo aver esortato tutti gli egiziani a scendere in piazza accanto a lui, ha gridato che se non saranno fermati, il generale Abdel Fattah al-Sisi e il suo governo porteranno l'Egitto alla guerra civile: «l'Egitto diventerà come la Siria». Sembrava più una minaccia che un pronostico.
Parole pericolose per il Paese ma soprattutto per i Fratelli musulmani. Cosa accadrà al movimento se nelle prossime ore milioni di egiziani non usciranno di casa a solidarizzare? E quali prospettive raccapriccianti Beltagy preparava per l'Islam politico: combattere una guerra civile? Il capo di Libertà e giustizia finiva nel tranello teso dai militari, giustificando lo stato di emergenza imposto ieri pomeriggio e le accuse di terrorismo. Difficile che Beltagy possa avere un futuro se i Fratelli musulmani avranno ancora un futuro in Egitto.

I militari non hanno mai negato di voler sradicare la fratellanza dal sistema politico, mettendo fuori legge il movimento e permettendo la nascita di un partito senza dichiarate affiliazioni religiose. Ma anche se questo confronto finirà con il ritorno all'ordine e la loro vittoria, il Governo e i militari che lo sostengono dovranno trovare una via d'uscita praticabile per gli avversari. Se dopo la repressione fisica verrà anche quella politica, alle forze islamiste non resterà che continuare la violenza.
L'Egitto non è la Siria né l'Algeria di vent'anni fa. Ma l'estremismo islamico in questo Paese ha ucciso un presidente, Anwar Sadat, ha prodotto Ayman a-Zawahiri, il fedele seguace ed erede di Osama bin Laden. Uno dei 19 dirottatori dell'11 Settembre e centinaia di miliziani qaidisti che combattono ovunque ci siano rivoluzioni arabe, sono egiziani. Una cultura radicale è latente.

Da molti anni in Egitto, Tunisia, Giordania, Siria, i Fratelli musulmani sono l'elemento moderato e riformatore del panorama islamista mediorientale. Le ambiguità contingenti e i momentanei fiancheggiamenti non hanno mai impedito alle fratellanze di dialogare con il potere costituito. Nell'anno di presidenza in splendido quanto inutile monopolio, Mohamed Morsi ha commesso gravissimi errori politici e amministrativi ma non ha cercato di imporre una repubblica islamica. La loro Costituzione approvata con un referendum popolare (anche se solo una minoranza di egiziani l'ha votata) non aveva più riferimenti alla sharia di quanti non ne avesse la precedente di Hosni Mubarak.
Per questo i Fratelli musulmani meritano di essere riammessi nel sistema politico egiziano, per quanto posti sotto osservazione. Farlo, significa investire sul futuro del Medio Oriente: bisogna dare il tempo e creare il quadro istituzionale perché nell'Islam politico maturi e si consolidi il rispetto per le regole e, possibilmente, la democrazia.

Ma anche per loro è venuto il momento del compromesso politico. Il reinsediamento di Morsi e l'intangibilità della loro Costituzione, ostinatamente e ottusamente pretesi fino a ieri, nonostante le offerte locali e internazionali di mediazione, sono richieste che gli avvenimenti hanno superato almeno da un mese. Se un anno fa Morsi avesse accettato la condivisione del potere e poi la fratellanza non si fosse chiusa nelle sue piazze fino agli scontri di ieri, l'Egitto non starebbe vivendo uno dei momenti più drammatici della sua storia

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi