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Questo articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2013 alle ore 08:55.
L'ultima modifica è del 22 agosto 2013 alle ore 07:49.

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Voci, dubbi, sospetti c'erano da tempo. Già nell'aprile del 2007 il back office di Société Générale, terza banca francese (seconda, se dell'Agricole si considera solo il veicolo quotato) e tra i leader mondiali sul mercato dei derivati, si rende conto che qualcosa non funziona. Ma l'emergenza vera, quella da codice rosso, scatta venerdì 18 gennaio 2008, quando Deutsche Bank comunica che non c'è riscontro di un'operazione di copertura che sarebbe stata realizzata da un trader parigino di SocGen, Jérôme Kerviel.
Ai piani alti del quartier generale del gruppo, nelle torri futuriste della Défense con l'inconfondibile logo rosso e nero, il presidente Daniel Bouton, da oltre dieci anni alla guida dell'istituto di credito, convoca un vero e proprio comitato di crisi e si avvia a trascorrere quello che diventerà il week end più lungo e drammatico della sua carriera, della banca e dell'intero sistema creditizio francese.
Kerviel "faccia d'angelo", come viene ben presto definito dai giornali per quel suo viso pulito e l'aria da ragazzo perbene, viene immediatamente convocato e "interrogato" per 12 ore. Domenica sera il quadro è abbastanza chiaro, anche se mancano ancora alcune tessere del puzzle che arriveranno nei giorni successivi: nel corso del 2007 il giovane trader - al momento dello scandalo ha appena compito 31 anni - ha preso posizioni non autorizzate sui futures per 50 miliardi, con una perdita finale per la banca di 4,9 miliardi.

"Non autorizzate" significa che nessuno lo sapeva. E che per evitare di essere scoperto, Kerviel aveva ripetutamente falsificato i dati, introducendo informazioni fraudolente nel sistema informativo della società. Inventandosi, com'è successo con Deutsche Bank, contratti di copertura inesistenti. La situazione è talmente grave che nel tardo pomeriggio del 20 gennaio viene finalmente informato il presidente Nicolas Sarkozy, il quale non perdonerà mai a Bouton il ritardo nella comunicazione e insisterà per averne la testa (cosa che effettivamente accadrà il 29 aprile del 2009).
La Francia scopre l'espressione "rogue trader", trader disonesto. "Faccia d'angelo" diventa il volto più noto del Paese. Emblematico degli eccessi della finanza brutta e cattiva, dei soldi facili e dell'assenza di regole. In piena crisi finanziaria internazionale. Alcuni si spingono a scrivere che SocGen è sull'orlo del fallimento, immaginando un salvataggio/acquisizione da parte di Bnp Paribas, che dieci anni prima aveva già tentato l'assalto alla banca e che certo non si tira indietro.
Grazie anche a un aumento di capitale da 5,5 miliardi, questo scenario non si realizzerà. E anzi SocGen annuncerà appena un mese più tardi, il 21 gennaio 2008, di aver chiuso il bilancio in utile. Sia pure un utile ridotto dell'82% rispetto ai 5,2 miliardi dell'anno precedente. Senza l'effetto Kerviel, che ha portato in rosso per 3,4 miliardi i conti del quarto trimestre, il risultato sarebbe stato di 4,2 miliardi invece di 950 milioni.

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