Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2013 alle ore 15:07.

My24

Summers vs. Yellen: non è un incontro di pugilato, anche se dall'intensità dello scontro tra le due tifoserie potrebbe sembrare. È la scelta che Barack Obama si trova a dover fare per rimpiazzare Ben Bernanke a capo della Federal Reserve Bank.
Non passa giorno senza che venga pubblicato un articolo a favore dell'uno o dell'altra. Mai nella storia americana questa carica era stata così contesa.

E mai il mondo non solo accademico, ma anche politico, si era diviso a tal punto tra due candidati ideologicamente così simili: entrambi di indiscussa fede democratica e keynesiana. Perché allora tanta controversia?
Perché la Fed negli ultimi anni ha visto aumentare a dismisura il proprio potere politico. Durante e dopo la crisi, anche grazie ad un Congresso paralizzato, la Fed è stato il principale centro decisionale della politica economica americana. Una banca centrale può essere indipendente o può fare attivamente politica economica: non entrambe. I salvataggi bancari e il quantitative easing hanno condannato il governatore della Fed a diventare un personaggio politico, soggetto allo scrutinio della pubblica opinione. Il duello Summers vs. Yellen non è che l'inizio.
Se è facile spiegare l'attenzione pubblica su chi verrà nominato, non è altrettanto facile spiegarsi perché ci sia una contesa. In America a parità di qualificazioni per una certa posizione si cerca giustamente di preferire una donna. Janet Yellen, con i suoi sei anni di Presidenza della Fed di San Francisco e i suoi tre anni come vice di Bernanke, non solo è una donna qualificata, è la persona in assoluto più qualificata per quella posizione. Il Wall Street Journal, non certo un giornale femminista, ha riconosciuto a Yellen le migliori capacità di previsione economica tra i principali policy maker. Più di 300 economisti hanno firmato un manifesto a suo sostegno. Perché mai il presidente dovrebbe considerare qualsiasi altra persona?

I maligni sussurrano che la preferenza per Larry Summers sarebbe il frutto di una vena maschilista presente nell'amministrazione Obama. Io non ci credo, anche se alcune critiche rivolte alla Yellen (sarebbe meno capace di affrontare una crisi) puzzano di maschilismo. Un'interpretazione più sottile e credibile è che Obama senta un grosso debito di riconoscenza nei confronti di Summers. Durante la prima campagna elettorale Summers aggiornava quotidianamente Obama sulla crisi. Questo lo aiutò a vincere le elezioni del 2008. Summers fu anche l'unico consigliere di Obama a spingerlo a salvare GM e Chrysler, una scelta fortunata non solo economicamente ma anche politicamente, perché permise ad Obama di vincere lo stato del Michigan nelle elezioni del 2012. Ma in politica la riconoscenza è rara e rischia di diventare favoritismo. Gli Stati Uniti (ed il mondo) si meritano la migliore persona, non quella cui Obama deve di più.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi