Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2013 alle ore 09:15.
L'ultima modifica è del 23 ottobre 2013 alle ore 09:48.

My24

In quarto luogo, le unioni politiche possono apportare benefici che ogni singolo Paese non sarebbe in grado di garantire con le sue forze. La garanzia di una moneta comune stabile è un bene pubblico importantissimo per l'Eurozona. Questi beni pubblici devono essere garantiti sempre, indipendentemente dal rischio di bancarotta di un Paese membro. Questo non significa che debbano essere garantiti da una struttura interamente centralizzata, ma l'Unione deve avere la possibilità di intervenire per garantire sostegno.
Questi quattro punti - responsabilità dei creditori, tutela delle opportunità, difesa della democrazia e dello Stato di diritto, mantenimento dei beni pubblici - sono il minimo indispensabile per tenere in vita l'euro, ma è necessario fare di più per sviluppare pienamente il potenziale dell'Ue. Vediamo enormi possibilità per quel che riguarda la politica estera e di sicurezza. Spingendoci più in là, lo scandalo della Nsa ha dimostrato, per esempio, che i cittadini dell'Ue non possono aspettarsi che gli Stati proteggano la loro privacy. Per raggiungere questo obiettivo politico, l'Eurozona deve avere una sua nuova base contrattuale. Serve un "trattato dell'euro", che prenda il posto delle precedenti e frammentarie riforme.

L'Unione dell'Eurozona ha bisogno anche di un governo dell'economia. Il metodo intergovernativo non è all'altezza dei compiti necessari per tenere in piedi l'unione monetaria. Abbiamo bisogno di un esecutivo europeo, capace di negoziare pacchetti di riforme con i Paesi in crisi, decidere la chiusura di una banca, assicurare la fornitura di beni pubblici e intervenire, con certi limiti, sull'autonomia di bilancio delle nazioni. Questo governo economico deve disporre di un bilancio per garantire la fornitura di beni pubblici e anche di un fondo per la crescita per sostenere i processi di riforma. Il Governo dell'Eurozona dovrà essere scelto e controllato da un Parlamento dell'Eurozona.
Nessuno deve cullarsi nella falsa idea che la crisi pian piano svanirà e che gli attuali meccanismi di stabilizzazione basteranno a fare dell'euro un successo duraturo. Jean Monnet una volta disse: «L'Europe se fera dans les crises». La crisi attuale probabilmente è la più grande che l'Unione abbia mai dovuto affrontare. Ora dipende da noi sfruttare questa storica opportunità.

Armin von Bogdandy (Istituto Max Planck per il diritto comparato e internazionale), Christian Calliess (Università libera di Berlino), Henrik Enderlein (Hertie School of Governance), Marcel Fratzscher (DIW Berlin), Clemens Fuest (ZEW), Franz Mayer (Università di Bielefeld), Daniela Schwarzer (SWP), Max Steinbeis (Verfassungsblog), Constanze Stelzenmüller (German Marshall Fund), Jakob von Weizsäcker (ministero Economia Turingia), Guntram Wolff (Bruegel)
(Traduzione di Fabio Galimberti)

Shopping24

Dai nostri archivi