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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2013 alle ore 08:10.
L'ultima modifica è del 16 novembre 2013 alle ore 10:40.

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L'Esposizione universale del 2015 è una grande opportunità di rilancio per l'Italia. L'Expo e il Padiglione Italia in particolare dovranno essere un potente strumento per restituire fiducia e orgoglio nell'Italia ai cittadini, a cominciare dai più giovani. Con l'Expo dobbiamo ritrovare la fierezza del nostro saper fare. Sono le convinzioni da cui muove l'Agenda Italia per l'Expo 2015, aperta ieri dal governo e che sarà presentata, giovedì 21 novembre, alla Triennale di Milano. Ieri sono state invidividuate le prime 60 azioni che concorreranno a tre grandi obiettivi: promuovere l'Italia nel mondo; investire sui temi di Expo; sostenere lo sviluppo dei territori.

L'Expo, tra l'altro, si sta già dimostrando per l'Italia uno straordinario attrattore di capitali stranieri. I Paesi che hanno deciso di costruire un proprio Padiglione nazionale sono ben 60 (su un totale provvisorio di 138 adesioni), mentre all'Expo di Shanghai 2010 erano soltanto 45. Gli investimenti esteri stimati raggiungeranno un miliardo e trecentomila euro, e quelli dei global partner privati hanno superato i 250 milioni. Tra i Paesi che hanno già aderito, Germania e Svizzera hanno sancito per i loro padiglioni un budget rispettivamente di 48 milioni e 19 milioni di euro. La Russia ha assicurato investimenti per circa 30 milioni di euro, dai Paesi del Golfo ci attendiamo investimenti per più di 150 milioni di euro (tra cui almeno 70-80 dall'Arabia Saudita), l'India ha appena informato che intende investire più di 10 milioni di euro, più del doppio di quanto investito nell'Expo di Shanghai. Dal canto suo, la Repubblica Popolare Cinese sarà presente all'Expo con ben tre padiglioni: quello istituzionale nazionale, il secondo più grande (dopo quello della Germania) dell'intero sito espositivo, che si estende su 4.600 metri quadrati; quello corporate del colosso immobiliare China Vanke e un terzo che sarà nominato China Enterprise Joint Pavilion.

Poi c'è l'impatto sul turismo. Durante i sei mesi dell'Esposizione universale ci aspettiamo circa 20 milioni di visitatori, così redistribuiti: 13/14 milioni dall'Italia, 3/4 milioni dall'Europa, soprattutto da Spagna, Svizzera, Regno Unito e Francia e tre milioni da Paesi extra-europei, di cui almeno un milione di cinesi.

In tutto questo il Padiglione Italia, al centro di una mostra allestita appositamente al Quirinale, sarà la porta d'ingresso del Paese, presentandolo come uno spazio unico capace di coniugare tradizione e innovazione, passato e futuro. A proposito di made in Italy, il Padiglione sarà la vetrina ideale per i nostri prodotti, sarà un vero luogo-icona in grado di rappresentare il meglio le eccellenze italiane legate al tema dell'Expo. Con l'Expo dobbiamo riuscire a intrecciare e valorizzare il nostro immenso retaggio artistico e il nostro paesaggio unico al mondo insieme con la nostra filiera enogastronomica e con la nostra tradizione agricola.

Dall'Expo dovrà venire una spinta per un forte rilancio della nostra filiera agroalimentare. Il cibo made in Italy costituisce infatti uno dei nostri punti di forza in tutto il mondo: per questa ragione uno dei grandi obiettivi strategici dell'Expo è quello di riuscire a incrementare, grazie alla vetrina del Padiglione Italia, la quota di export delle nostre grandi filiere agroalimentari. Una rete di distretti e di eccellenze che spesso non riusciamo a portare all'estero come meriterebbero.

Ecco perché è giunto il momento di fare squadra, di superare divisioni e incomprensioni, campanilismi e individualismi, per sostenete tutti uniti un progetto che può realmente aiutare il sistema Paese.

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