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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2013 alle ore 10:13.
L'ultima modifica è del 07 dicembre 2013 alle ore 10:22.

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Negli anni Quaranta entrammo insieme a Oliver Tambo nell'African National Congress fondando la Lega Giovanile". E fu questo triumvirato che dopo la strage dei neri a Sharpville nel 1960 costituì il gruppo dirigente del braccio armato dell'Anc, l'Umkhonto we Sizwe, la Lancia della Nazione, che aveva come obiettivo operazioni di sabotaggio e guerriglia urbana. Mandela allora ostentava, prima dell'arresto nel 1962, una barba alla Fidel Castro.
I Sisulu li avevo incontrati a Soweto, la township di Johannesburg, dove si andava in pellegrinaggio, con i turisti in cerca di avventura, alla vecchia casa dei Mandela che intanto si erano trasferiti 500 metri più in là, lungo Orlando West Street, in una villa moderna di dieci stanze, su una collina dolce, circondata dagli alberi e dalla terra rossa non lontano dalla residenza di Desmond Tutu, vescovo e premio Nobel per la pace.
Due milioni e mezzo di abitanti, 26 razze diverse _ neri, meticci, indiani _ che vivevano in concentrazioni separate su un territorio di 36 miglia quadrate: le township come Soweto erano nate sulle fondamenta di due pilastri dell'apartheid, il Black Land Act del 1913, con il quale era stato riservato ai bianchi l'87% del territorio, e il Group Areas Act del 1990, che determinava specifiche aree di residenza nelle città per i diversi gruppi etnici. Un "divide et impera" della miseria e dell'abbandono, tracciato con il colore della pelle.

Sisulu, che era stato in carcere 25 anni con Mandela a Robben Island, e la moglie Albertina conoscevano il padre della patria nera come pochi. "Eravamo amici da giovanissimi e Nelson nel 1944 fu il nostro testimone di nozze. Qualche settimana dopo _ raccontava Walter _ Madiba, questo era il nome di Mandela nel suo clan Xhosa, sposò la figlia di mio cugino, Evelyn Mase. Era stato un colpo di fulmine. Nelson aveva rifiutato il matrimonio combinato dalla madre ed era venuto a vivere da noi, a Orlando Street.
"Mi sono innamorata di lui la prima volta che l'ho visto", diceva Evelyn". Mandela ed Evelyn ebbero due figli ma la politica li separò quando lui fu sempre più coinvolto nell'Anc e lei nella religione, al punto che si unì ai testimoni di Geova: divorziarono nel 1958 e l'anno dopo Madiba sposò Winnie". Mentre parlavano Walter e Albertina si lanciavano sguardi d'intesa: Evelyn aveva accusato Nelson di adulterio, si risposò poi con uomo d'affari di Soweto ma non perdonò mai Mandela.
Quel giorno del primo comizio di Mandela, insieme a migliaia di altre persone, tornai camminando da Mitchell's Plain a Cape Town volgendo un ultimo sguardo al palco del raduno e alla gabbia d'acciaio che ormai giaceva sollevata da un lato della pianura come una nave in secca. Quelle sbarre inutili affondate nell'erba, che ci avrebbero dovuto proteggere, erano la fine dell'apartheid, della paura e della menzogna.

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