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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2014 alle ore 08:14.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 13:56.

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La terza questione riguarda l'invecchiamento della popolazione. Come potranno essere stanziate le risorse per l'assistenza agli anziani, soprattutto nelle economie a crescita lenta dove i modelli pensionistici e i sistemi sanitari per la terza età sono insostenibili? La levitazione dei debiti pubblici non farà che esacerbare il problema: saranno le future generazioni a dover pagare debiti e pensioni.

L'ultima sfida riguarda una serie di questioni che necessitano di una regolamentazione per le tecnologie in rapida evoluzione da parte di governi che non hanno necessariamente la competenza o le risorse per farlo in modo efficace. Un esempio significativo è l'offerta di cibo, un settore dove la tecnologia ha continuato a produrre alimenti sempre più lavorati e geneticamente raffinati che gli scienziati cominciano solo ora a valutare. Il problema dell'obesità infantile è diventato endemico in molti Paesi con un aumento allarmante del diabete di tipo 2 e di malattie coronariche che implicano un impatto negativo sull'aspettativa di vita.
Molti eminenti ricercatori che si occupano di salute, tra i quali Kelly Brownell, David Ludwig e Walter Willett, hanno documentato questi problemi. Gli interventi fatti dai governi finora, soprattutto per promuovere una migliore educazione alimentare, si sono rivelati perlopiù inefficaci. I dannosi additivi ai cibi industriali che gli economisti definirebbero un'"internalità", possono abbassare la qualità della vita degli interessati e portare a esternalità sociali come costi sanitari più elevati. Di nuovo, i mercati politici sono sembrati paralizzati.

Tutti questi problemi hanno una soluzione, almeno nel breve e medio termine. Una carbon tax globale mitigherebbe i rischi climatici alleviando il fardello del debito dei governi. Per combattere la disuguaglianza serve una maggiore ridistribuzione attraverso i sistemi fiscali nazionali, oltre a programmi di formazione per adulti, con ricorso alle nuove tecnologie. Gli effetti negativi della decrescita demografica possono essere mitigati allentando le restrizioni sull'immigrazione internazionale e incoraggiando sempre più donne o pensionati a entrare o restare nella forza lavoro. Ma quanto ci vorrà perché i governi entrino in azione resta una bella domanda.
Le economie capitaliste sono state efficienti nel permettere l'aumento del consumo di beni privati, almeno sul lungo periodo. Se si tratta di beni pubblici, come l'istruzione, l'ambiente, la sanità e le pari opportunità, i risultati non sono così strabilianti e gli ostacoli politici al miglioramento sono sembrati aumentare via via che le economie capitaliste maturavano.

Le generazioni future continueranno a godere di una migliore qualità della vita rispetto ai predecessori? Nei Paesi in via di sviluppo che non hanno ancora raggiunto la frontiera tecnologica, la risposta è quasi certamente affermativa. Nelle economie avanzate le sfide stanno diventando sempre più complesse.
(Traduzione di Francesca Novajra)

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