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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2014 alle ore 08:17.

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Precisazioni sul caso delle licenze per le lotterie



Il Sole 24 Ore ha pubblicato lo scorso 4 marzo un articolo di Claudio Gatti – "Il caso Fortunato e le licenze delle lotterie" – contenente numerose affermazioni contrarie a verità e comunque lesive della mia reputazione e identità personale. Premesso che nel corso del 2008, alla scadenza dell'ultimo contratto, ho lasciato l'incarico presso i Monopoli, preciso in particolare:
1. La vicenda della tabaccheria di Rosarno è stata ridicolizzata dai Pm della Procura di Roma che hanno archiviato tutta la vicenda insinuantemente prospettata
in apertura di articolo.
2. Il mio incarico di direttore generale di Aams è stato confermato da governi di diverso colore grazie agli straordinari risultati conseguiti e non certo per i pettegolezzi narrati nell'articolo.
3. Nella vicenda della proroga del Superenalotto la procedura, curata operativamente dai competenti Uffici Centrali dei Monopoli di Stato, fu inizialmente e pienamente convalidata dal Tar e la successiva gara indetta dopo l'annullamento da parte del Consiglio di Stato fu vinta comunque dalla medesima società. Inoltre preciso che, in primo luogo, l'affidamento concessorio messo in gara dagli Uffici aveva un oggetto ben più ampio (tutti i giochi numerici a totalizzatore) di quello della proroga (solo SuperEnalotto) e, in secondo luogo, l'aggio di aggiudicazione della gara (3.73%) era di poco inferiore a quello della proroga (4.12% medio annuo e non 5.94% come erroneamente scritto nell'articolo).
4. Nella vicenda dell'arbitrato per il Lotto, il Presidente designato dalle parti, dr. Tilesi, era un ex magistrato della Corte dei Conti, all'epoca da poco in pensione, ben noto per la sua integrità e competenza, e non certamente un ex dirigente di Sogei (come si scrive nell'articolo) della quale viceversa era stato il Controllore! Peraltro, fui proprio io a impugnare le risultanze del lodo avanti la Corte d'Appello di Roma, a maggior tutela degli interessi pubblici.
Giorgio Tino
La vicenda dell'intervento di Vincenzo Fortunato su Giorgio Tino a favore della tabaccheria di Rosarno Calabro è senza dubbio ridicola. E come tale certamente priva di risvolti penali. Cionondimeno è vera e, a mio giudizio, di interesse pubblico, perché indicativa della propensione del Dottor Fortunato, cui l'articolo era dedicato, a occuparsi di questioni riguardanti concessioni del gioco, seppur di insignificante importanza. L'ho citata quindi nella mia inchiesta perché il dottor Fortunato, nel parlare con me, aveva negato di avere avuto a che fare con quel settore.
Per quel che riguarda la vicenda del SuperEnalotto, è vero che il Tar aveva inizialmente convalidato il rinnovo senza gara, ma quel che conta è che il Consiglio di Stato ha ribaltato quella decisione. Sulle condizioni con le quali Sisal si è ri-aggiudicata la concessione, il parere molto personale di Tino cozza con le conclusioni alle quali è giunto il documento depositato presso la Corte dei Conti da me citato.

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