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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2014 alle ore 06:42.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 14:19.

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Non autosufficienti o poveri?
Cottarelli ha proposto di legare la possibilità di ricevere l'indennità di accompagnamento non solo al bisogno assistenziale - com'è oggi - ma anche alle condizioni economiche del richiedente, il quale dovrebbe avere il reddito inferiore a una determinata soglia. In tutti i Paesi vicini (Francia, Austria, Germania, Spagna, Inghilterra) esiste una misura simile alla nostra, fornita esclusivamente in base alla necessità di assistenza della persona. Gli interventi per la non autosufficienza, infatti, sono considerati un diritto di cittadinanza, di cui fruire indipendentemente dalle proprie disponibilità finanziarie. Spesso invece è l'importo a essere graduato secondo il bisogno e le condizioni economiche, così da adattarsi alle specificità dell'utente (per esempio, mentre da noi è fisso a 504 euro mensili, in Austria varia da 250 a 1.500). Anche in sanità accedere alle prestazioni è un diritto di tutti i cittadini, mentre, in relazione al reddito e alle patologie, alcuni pagano il ticket e altri ne sono esenti.
Applicare il criterio reddituale per ricevere l'accompagnamento - oggi la principale misura nel settore - significherebbe introdurre il principio che lo Stato garantisce sostegno agli anziani non autosufficienti solo se indigenti. Considerando che gli anziani non autosufficienti costituiscono una fetta tutt'altro che marginale della nostra società, questo cambiamento rappresenterebbe un passaggio di negativa portata storica.

Chi sono i veri invalidi?
La soglia, peraltro, ostacolerebbe ben poco chi fruisce impropriamente dell'indennità. Queste persone appartengono perlopiù a famiglie che si appoggiano alla prestazione in assenza di adeguate politiche contro la povertà. Nella maggior parte dei casi, dunque, il loro reddito si collocherebbe comunque al di sotto di quello stabilito da un'eventuale soglia d'accesso.
A permettere il ricorso improprio all'accompagnamento, in questi anni, non è stata l'assenza di una soglia di reddito, bensì la debolezza dei criteri di accertamento della non autosufficienza, da sempre generici e non standardizzati. Ciò ha lasciato agli operatori nei territori un ampio margine di discrezionalità nel decidere chi può ottenere il beneficio e chi no, consentendo - in alcune realtà - di dilatare l'utenza nel rispetto delle regole formali. Detto altrimenti, il boom dell'indennità si è nutrito di una normativa inadeguata a distinguere il vero dal falso invalido. Da qualche tempo l'Inps è intervenuta parzialmente in materia, ma solo una riforma complessiva dei criteri di accertamento potrà modificare la situazione. Ecco perché insistere con i controlli - come propone Cottarelli - non avrebbe senso. Dal 2009 proseguono questi "piani straordinari di verifica dei requisiti". Ma se sono i requisiti stessi a non funzionare, si può anche continuare all'infinito a controllarli senza ottenere risultati: bisogna modificarli.

Le opzioni
Cottarelli ha ripreso le proposte che l'ultimo Governo Berlusconi enunciò, nell'ambito di una strategia di diminuzione della responsabilità pubblica nei confronti delle persone fragili, ma ebbe il tempo solo di iniziare ad attuare (con i controlli straordinari sull'invalidità). L'alternativa è la riforma dell'indennità in base alle linee condivise dalla maggioranza degli esperti, mirate a rafforzare lo strumento e evitarne l'utilizzo da parte chi non ne ha bisogno. In sintesi: rivedere i criteri di accertamento della non autosufficienza, graduare l'importo, legarne la fruizione a servizi di informazione e consulenza, fare in modo che possa essere utilizzato per impiegare solo badanti regolari e qualificate.

LE PRESTAZIONI MONETARIE D'INVALIDITÀ CIVILE

Indennità di accompagnamento
Fornita alle persone con il 100% d'invalidità e che hanno bisogno di assistenza continua per deambulare e/o svolgere gli altri atti quotidiani. Viene erogata indipendentemente dalle loro condizioni economiche e dall'età. È pari a 504 euro mensili e serve a sostenere le spese aggiuntive dovute alla necessità di assistenza continua. La maggioranza degli utenti (3 su 4) è anziana, prevalentemente oltre i 75 anni. La riceve il 12% delle persone con più di 65 anni. La spesa pubblica annua ammonta a 13 miliardi di euro

Pensione d'invalidità
Erogata a persone disabili con reddito inferiore a una certa soglia e percentuale d'invalidità tra 74% e 100% compreso. La ricevono persone entro i 65 anni con disabilità non causata da infortuni sul lavoro, quindi in questa condizione dalla nascita o che hanno avuto un incidente (per esempio automobilistico) o una malattia. Serve a compensare i redditi che l'impossibilità (totale o parziale) di lavorare impedisce di guadagnare e ammonta a 279 euro mensili. La spesa pubblica annua ammonta a 3,6 miliardi di euro

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