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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2011 alle ore 14:39.

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Illustrazione di Guido ScarabottoloIllustrazione di Guido Scarabottolo

Negli anni Ottanta via Po a Torino, era polverosa e trasandata; prima che i pubblici amministratori capissero la sua qualità barocca e ne rivalutassero il valore storico e scenografico, la si percorreva da Piazza Castello verso il fiume, in mezzo allo sferragliare dei tram, senza nessuna particolare attrazione. I curiosi e i perditempo potevano trovare sotto i portici le bancarelle che vendevano le cose più varie, dai libri usati, alle bambole Lenci. All'inizio della via, di fronte ad un celebre pasticcere, c'era un' edicola che esponeva libri usati. È lì che feci la conoscenza dei Veicoli Pensanti di Valentino Braitenberg. Un libro che per parecchio tempo portai in cartella come un'icona, senza leggerlo, secondo una abitudine che ho sempre avuto: quando un argomento mi attrae, scorro il libro e, se mi colpisce, me lo porto dietro per parecchio tempo senza leggerlo in modo sistematico; mi fa compagnia e mi dà l'idea che i contenuti filtrino nella mia mente per contatto, finché non mi diviene fisicamente familiare e allora comincio a sbocconcellarlo.

Così quando, più di vent'anni dopo, attraverso Niels Birbaumer ebbi l'occasione di incontrare Valentino Braitenberg, alcune delle sue idee mi erano in qualche modo familiari, e ciò favorì la nascita di una simpatia spontanea, sulla quale costruimmo un progetto insieme: quello del Laboratorio di Scienze Cognitive a Rovereto.

Nato nel 1998 il Laboratorio sviluppò rapidamente una grande varietà di argomenti, sfruttando la caratteristica propria delle scienze cognitive: quella di intersecare campi apparentemente distanti, la neurofisiologia, la robotica, la psicologia, le teorie economiche della decisione, le teorie dell'apprendimento.

Il Laboratorio divenne rapidamente un luogo aperto di incontro di idee, in cui i migliori studiosi e ricercatori discutevano tra loro, spesso anche con la partecipazione di un pubblico non specialista. Questo è un approccio che ho sempre condiviso, perché permette un vero confronto di idee e consente l' allargamento del tema in esame alla partecipazione di differenti intelligenze, senza vincolarle ai singoli linguaggi specialistici. È un approccio che può essere affrontato brillantemente mescolando l'analisi tradizionale con la narrazione; la narrazione è esattamente il metodo con cui in Veicoli Pensanti Valentino Braitenberg trasforma la sua complessa teoria del funzionamento del cervello in una esposizione comprensibile al pubblico non specialista.

Nonostante la grande varietà di temi che venivano discussi, il tema sottostante era unico, quello che a me pare la questione fondamentale che deve affrontare chi si interessa di cognizione: possiamo sperare di comprendere come funziona il cervello umano? Possiamo quindi sperare di trovare un linguaggio per descrivere il funzionamento del cervello, che sia così accurato da permetterci di simulare l'intelligenza umana? Una domanda posta fin dalla nascita delle scienze dell'artificiale, che attraversa l'intera opera di Alan Turing, e che in Veicoli Pensanti riceve una risposta "costruttivista" estremamente originale.

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