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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2011 alle ore 14:39.

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Illustrazione di Guido ScarabottoloIllustrazione di Guido Scarabottolo

Un vero esperimento mentale richiederebbe una analisi ben più ampia di questi due accenni, tuttavia credo che sarebbe molto stimolante andare oltre, e disegnare le organizzazioni con il metodo dei Vehicles, poiché l'analisi tradizionale delle organizzazioni, fatta sulla base delle teorie del problem solving, nonostante i grandi progressi che ha permesso, non coglie a fondo gli aspetti di selfishness e cooperazione/conflitto che abbiamo visto.

Le caratteristiche del comportamento di un branco di pesci che abbiamo visto, la selfishness, la capacità di coordinarsi come seguendo un programma, la capacità di interagire senza danneggiarsi sono temi classici dell'economia: nell'esempio del branco di pesci erano presenti temi che fanno sorgere ulteriori questioni, domande chiave per l'economia e le teorie dell'organizzazione. Per esempio: il branco agisce senza un leader e senza un piano: è possibile che grandi comunità possano svilupparsi ed evolvere, adattandosi progressivamente ai mutamenti ambientali, senza che esista un disegno esplicito, una strategia ed un sistema gerarchico di comando che la realizza? Ancora: i singoli pesci del branco, cercando il proprio vantaggio, potrebbero generare uno svantaggio per gli altri ostacolandone la fuga. A partire dalla nascita della società industriale gli economisti si interrogano sul contrasto tra interesse individuale e bene sociale. Questo contrasto è incorporato nella azione collettiva. Come risolverlo?

Ed infine: egoismo e selfishness sono compatibili con una società ordinata? Anche questo è un tema classico dell'economia. Il mito smithiano della mano invisibile, affermandosi con il sorgere della civiltà industriale, suggerisce che si possono contemperare il perseguimento egoistico dei propri interessi con l'aumento del benessere sociale, grazie all'agire spontaneo delle forze del mercato. Ma pochi ricordano che lo stesso Adam Smith aveva chiaramente affermato che il mercato può funzionare e generare un aumento di benessere di tutti solo se gli individui che ivi operano sono dotati di una base etica forte: non si chiede loro la generosità, ma la responsabilità cioè la ferma intenzione di mantenere le promesse stipulate con gli altri: Smith non pretende l'altruismo, ma la "selfishness", cioè il perseguimento del proprio benessere (egoistico) unito alla responsabilità. Il mercato dunque funziona sulla base della fiducia reciproca: solo se mi fido del fatto che coloro con cui stabilisco accordi e contratti li rispetteranno, potrò operare liberamente e senza effetti negativi. Quando ciò non accade, quando i patti vengono violati, i contraenti ne hanno un danno: questo comportamento, che Williamson definisce opportunistico, comporta dei costi elevati agli individui e non permette al mercato di funzionare in modo ottimale.

Abbiamo dunque una scala di differenti gradi nella dicotomia altruismo/egoismo: da un estremo l'egoismo opportunistico di chi è pronto a violare i patti per perseguire il proprio interesse, in centro la selfishness, il perseguimento dei propri interessi moderato e limitato però dal rispetto dei patti e delle regole, ed infine l'altruismo. Recenti studi (Ernst Fehr e Urs Fischbacker, The nature of human altruism, Nature, vol.425) hanno mostrato che in alcune situazioni l'altruismo gioca un ruolo rilevante nella cooperazione sociale.

Propongo al lettore di fare esperimenti mentali su macchine che posseggono differenti gradi di selfishness, dall'opportunismo alla generosità. I Vehicles possono aiutarci .

Il Laboratorio di Scienze Cognitive a Rovereto, nel quale si discuteva con straordinaria libertà di idee e spesso grandi differenze di formazione scientifica, era aperto sia a incontri di livello molto specialistico, che a discussioni aperte condotte con lo stile della narrazione, che a divertissement come quello che ho provato a sviluppare fin qui. La sua attività non si sarebbe potuta realizzare senza la passione di chi, come Donata Loss,allora vice Sindaco di Rovereto, diede fiducia a me ed a Valentino nel realizzarlo praticamente, e senza la partecipazione di tutti gli studiosi e le persone colte e curiose che lo seguirono ed appoggiarono.

Quando la sua attività è terminata, ne è nata un'iniziativa di maggior portata organizzativa e accademica, la Facoltà di Scienze Cognitive. Nonostante la maggiore dimensione della nuova intrapresa, che ha raggiunto una alta reputazione internazionale, io rimpiango sempre un po' i tempi del Laboratorio: ne ho ricavato sempre divertimento, interesse, e molte risposte importanti alle mie curiosità intellettuali e scientifiche: è stato un grande esperimento di Valentino Braitenberg, che ha aiutato la crescita intellettuale di tutti noi che vi abbiamo partecipato e ha creato legami di simpatia ed amicizia che ancor oggi si mantengono solidamente.

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