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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2012 alle ore 19:03.

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La scienza è il prodotto di questa impresa. Cerca delle descrizioni della realtà che prescindono dalla nostra collocazione specifica nell'universo e dei nostri mezzi per percepire le cose: tali descrizioni devono usare dei termini ai quali non è attribuito un significato nei termini dei mezzi di cui disponiamo per percepire le cose. Ma la ricerca di tali descrizioni sfocia in caratterizzazioni puramente matematiche; queste servono a prevedere ciò che osserveremo, ma non ha senso ritenere che ci dicano alcunché su ciò che è la realtà in sé.

La conclusione nichilista è che il concetto di come le cose sono in sé va abbandonato. Abbiamo vari livelli di descrizione, e possiamo dare descrizioni corrette per uno o per l'altro livello. Ma non esiste un livello ultimo al quale la realtà può essere descritta indipendentemente da come la percepiamo. La maniera in cui Dio sa che una cosa è deve corrispondere a come la cosa è in sé ma, di converso, l'idea di come sia in sé può essere spiegata soltanto dicendo che è così come Dio sa che è. Quindi se Dio è morto, non esiste un «come le cose sono in sé».
Il nichilismo etico è più pericoloso del nichilismo aletico, per due motivi. Il nichilista etico vuole liberarsi del tutto dei concetti morali. Incoraggerà quelli che già sono amorali, ma difficilmente persuaderà gli altri: tuttavia potrebbe persuaderli ad adottare il soggettivismo morale in base al quale le azioni sono virtuose o cattive soltanto allo stesso modo in cui qualcosa è divertente, nel senso cioè in cui suscita in noi una certa reazione. Il nichilista aletico non può buttare via del tutto i concetti di verità e di falsità, o cesserà di avere qualunque credenza autentica, dato che credere in una proposizione equivale a credere che sia vera. L'idea di verità, nella sua applicazione a proposizioni espresse in un linguaggio condiviso - e quindi della verità simpliciter, non relativizzata ad altro se non al linguaggio - può e deve essere difesa, perché è un ingrediente tacito essenziale di quella condivisione. Per essere intelligibile, il nichilismo aletico deve soltanto limitare la verità a proposizioni che stanno a un determinato livello di descrizione di come il mondo ci appare; e negare che esistano proposizioni significative su come le cose sono indipendentemente da come le percepiamo.

Questa negazione è una minaccia per il fisico o per il metafisico, ma è molto meno dannosa del nichilismo morale. Tuttavia penso che dovremmo rispettare gli argomenti dei nichilisti sia etici sia aletici. Molto si può dire a favore di una concezione oggettiva della morale, ma in ultimo essa poggia su una scelta a favore di una determinata maniera di considerare la vita umana alla quale è possibile opporre una resistenza razionale. Può darsi che il nichilista abbia ragione nel pensare che soltanto la convinzione che Dio esiste, e ha una volontà riguardo al modo in cui dobbiamo comportarci, fornisca un motivo che non possiamo far altro che accettare per agire secondo i principi della morale - sempre che riusciamo a determinare quali siano - e per agire in questo modo a qualunque costo. E può darsi che abbia ragione nel pensare che solo la convinzione che Dio esiste e conosce la realtà come è invece che da un punto di vista particolare, dia sostanza al concetto di come le cose sono in sé.

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